Il CAV “Titina Cioffi” di Cerignola trova posto in un immobile confiscato alla mafia riqualificato dalla Commissione Straordinaria del Comune ed offre assistenza alle vittime di violenza dei comuni di tutto l’Ambito territoriale: Cerignola, Ortanova, Carapelle, Ordona, Stornara e Stornarella.

di Redazione —

È stata inaugurata nella mattina del 9 marzo 2021 la nuova sede del Centro Antiviolenza dell’Ambito di Cerignola “Titina Cioffi, sita in Via Recanati 52 a Cerignola. Il taglio del nastro si è svolto alla presenza dei rappresentanti dei Comuni dell’Ambito, Cerignola, Ortanova, Carapelle, Ordona, Stornara e Stornarella, delle Forze dell’Ordine locali e della Cooperativa sociale Ferranti Aporti di Brindisi, ente gestore del CAV intitolato a Titina Cioffi, insegnante della scuola dell’Infanzia, vittima di femminicidio nel 2013.

L’inaugurazione del centro antiviolenza, in cui tutte le donne vittime di violenza possono rivolgersi per essere ascoltate, aiutate, comprese e supportate per uscire dalla spirale di violenza e riprendere un percorso di autonomia e di fiducia, si è svolta in occasione della “Giornata Internazionale della donna”, che,  come ha ricordato nel corso del suo intervento Adriana Sabato, Commissario straordinario del Comune di Cerignola: «è una giornata nata come momento di riflessione sulle condizioni delle donne, sulle rivendicazioni dei loro diritti, sul processo di parità delle donne che ancora oggi trova ostacoli di natura sociale ed economica. La violenza contro le donne può assumere diverse forme: violenza fisica, psicologica, economica, stalking, molestie, abusi sessuali, mobbing. Secondo i dati dell’Istat nel 2019 in Italia ci sono stati 111 casi di femminicidio, mentre nel 2020 ne sono stati 112. Dobbiamo tristemente constatare che il fenomeno riguarda anche il nostro territorio. Basti pensare che dall’ottobre del 2019 ad oggi nell’Ambito Territoriale di Cerignola si sono verificati ben 8 casi di femminicidio, vale a dire uno ogni due mesi. C’è una cultura maschilistica che guarda alla donna come un oggetto di possesso e non come una persona autonoma che può autodeterminarsi. Questa cultura maschilista e violenta va scardinata ed è su questo fronte che dobbiamo agire ed intervenire, anche sull’uso consapevole del nostro linguaggio».
Per questo, diventa fondamentale il ruolo del Centro Antiviolenza, che offre servizi gratuiti e nel rispetto dell’anonimato,di ascolto, informazione, accoglienza, supporto psicologico, consulenza legale, accompagnamento ai servizi del territorio.

  
Il CAV è posto all’interno di un immobile confiscato alla mafia e facente parte del patrimonio indisponibile del Comune di Cerignola, che adesso torna alla comunità attraverso il suo utilizzo sociale. Merito degli interventi di recupero funzionale e di riqualificazione resi possibili attraverso il progetto “Un’altra vita” candidato dal Comune di Cerignola e finanziato dal PON LEGALITA 2014-2020 ASSE 3-Linea di Azione3.1.1. Il progetto definitivo dei lavori è stato approvato e portato avanti dalla Commissione Straordinaria del Comune di Cerignola, restituendo quindi alla comunità ofantina lo scorso mese di febbraio l’immobile, così come previsto dalla legge 109/96 per il riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie.
«Questo è un messaggio che lo Stato e le Istituzioni danno ai cittadini ed alla donne per dire che dalla violenza criminale e dalla violenza sulle donne si può uscirne fuori tutti quanti insieme», ha concluso il Commissario straordinario.
Il taglio del nastro è stato effettuato da un bambino ed una bambina, con l’augurio che in futuro non ci siano più disparità, divisioni, violenze, ma che uomini e donne possano camminare insieme senza conflitti e pregiudizi.

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