Il Rapporto GRFC rileva come, nel 2022 ci siano stati, numero più alto, nei sette anni di vita dello stesso, circa 258.000.000 di persone, in 58 Paesi e Territori, che hanno affrontato un’insicurezza alimentare acuta, rispetto ai 193.000.000 di persone in 53 Paesi e Territori del 2021, causata da shock economici, diventati tra le cause principali delle crisi alimentari, con la guerra in Ucraina, che ha contribuito all’insicurezza alimentare e nutrizionale acuta.

di Redazione —

Per il quarto anno consecutivo, cresce il numero di persone che soffrono di grave insicurezza alimentare e che necessitano urgentemente di cibo, nutrizione e assistenza per il proprio sostentamento. È quanto emerge dal GRFC, Rapporto Globale sulle Crisi Alimentari, datato 2022, realizzato dal FSIN, Food Security Information Network e reso noto, lo scorso 3 maggio 2023, dal GNAFC, Global Network Against Food Crises, un’alleanza internazionale che include Nazioni Unite, Unione Europea, agenzie governative e non governative, che lavora per affrontare insieme le crisi alimentari.

Nel 2022, circa 258.000.000 di persone in 58 Paesi e territori hanno affrontato un’insicurezza alimentare acuta, rispetto ai 193.000.000 di persone in 53 paesi e territori nel 2021. Si tratta del numero più alto nei sette anni di vita del rapporto. Secondo il Rapporto nel 2022 la gravità dell’insicurezza alimentare acuta è aumentata al 22,7% rispetto al 21,3% del 2021, con oltre il 40% della popolazione esposta a un’insicurezza alimentare acuta che risiedeva in soli cinque Paesi: Afghanistan, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, parti della Nigeria, (21 stati e il Territorio della Capitale Federale – FCT ) e Yemen. In sette Paesi, invece, le popolazioni hanno dovuto affrontare fame a livelli massimi e indigenza in determinati periodi del 2022. Più della metà di queste persone si trovavano in Somalia (57%), ma tali circostanze estreme si sono verificate anche in Afghanistan, Burkina Faso, Haiti (per la prima volta nella storia del Paese), Nigeria, Sud Sudan e Yemen. Circa 35.000.000 di persone, inoltre, hanno sperimentato livelli di emergenza di fame acuta in 39 Paesi, di cui più della metà si trova in soli quattro Paesi: Afghanistan, Repubblica Democratica del Congo, Sudan e Yemen. A questi numeri va aggiunto un ulteriore dato drammatico: in 30 dei 42 principali contesti di crisi alimentare analizzati nel rapporto, oltre 35.000.000 di bambini sotto i cinque anni soffrivano di deperimento o malnutrizione acuta, di cui 9.200.000 in forma grave, cioè il tipo di denutrizione più pericoloso per la vita e fattore decisivo per l’aumento della mortalità infantile.

«Mentre i conflitti e gli eventi meteorologici estremi continuano a causare insicurezza alimentare acuta e malnutrizione, anche le ricadute economiche della pandemia di Сovid-19 e gli effetti domino della guerra in Ucraina sono diventati tra le principali cause della fame, in particolare nei Paesi più poveri del Mondo, principalmente a causa della loro elevata dipendenza dalle importazioni di prodotti alimentari e agricoli e della vulnerabilità agli shock globali dei prezzi alimentari», analizza il Rapporto che annuncia prospettive future non buone: «i conflitti, gli shock economici a livello nazionale e globale, insieme agli estremi meteorologici continuano a essere sempre più interconnessi, alimentandosi a vicenda e creando una spirale di effetti negativi sull’insicurezza alimentare acuta e sulla nutrizione e non vi è alcuna indicazione che questi fattori si allenteranno nel 2023: si prevede, anzi, che il cambiamento climatico provocherà ulteriori eventi meteorologici estremi, che le economie globali e nazionali vivranno una prospettiva cupa e che con molta probabilità i conflitti e l’insicurezza persisteranno.».

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