Il WWF nel lanciare 5 raccomandazioni, per ridurre i rischi, sottolinea:«Appena terminata l’emergenza dovranno essere accertate le responsabilità e puniti i colpevoli e si dovranno adottare tutte le misure previste dalla legge per il ripristino dell’ambiente come il divieto di pascolo e di caccia.».

di Redazione —

«Un disastro immane, quello causato dagli incendi, ultimo quello che ha colpito il Montiferru in Sardegna, azzerando la biodiversità, distruggendo interi ecosistemi, carbonizzando boschi secolari, sterminando animali: dai mammiferi agli uccelli, dagli insetti agli anfibi e ai rettili. Enormi porzioni di paesaggio sono ormai irriconoscibili.  Un disastro anche per l’agricoltura, la pastorizia e le persone coinvolte», è la denuncia del WWF, a proposito del fuoco che ha devastato l’oristanese, circa 20 mila gli ettari interessati, non risparmiando persino l’olivastro millenario di Cuglieri, di cui oggi non restano che rami anneriti e fumanti.
«Dobbiamo smettere di pensare ai nostri boschi solo dopo che si verificano immani tragedie come questa, con costosi interventi straordinari o emergenziali. È necessario investire sulla prevenzione attraverso una quotidiana gestione e cura del territorio. Appena terminata l’emergenza dovranno essere accertate le responsabilità e puniti i colpevoli e si dovranno adottare tutte le misure previste dalla legge per il ripristino dell’ambiente come il divieto di pascolo e di caccia», ha detto Carmelo Spada, Delegato WWF per la Sardegna.

Come emerge dal report “Mediterraneo in fiamme“, curato dal WWF, che rivela come, in Italia, nel 2020, si sono verificati 7 incendi che hanno coinvolto aree estese oltre 500 ettari, il più grande dei quali ha bruciato oltre 3.000 ettari nella provincia di Trapani alla fine di agosto. Inoltre, dal 1° gennaio e fino al 14 luglio, EFFIS, European Forest Fire Information System, ha registrato in Italia 157 roghi con superficie maggiore di 30 ettari, mentre la media annua tra il 2008 e il 2020 si attesta a 66. Nello stesso arco di tempo la superficie totale incendiata ammonta a 26.931 ettari.
«I roghi hanno essenzialmente una componente umana: in media, l’uomo è responsabile del 96% degli incendi, che possono essere accidentali, causati da negligenza o generati intenzionalmente. Solo il 4% è dovuto a cause naturali», osserva il WWF.
Tra le cause, anche l’aumento degli usi non agricoli dello spazio rurale, come la ricreazione, il trasporto, la vacanza, la sub-urbanizzazione, che facilitano l’innesco di fuochi accidentali e non. Poi, non mancano, la pratica di bruciare per “gestire” i campi, o la fiamma per cucinare all’aperto. Inoltre, è determinante, l’aumento significativo delle temperature medie globali provocate dal cambiamento climatico, come spigano da WWF: «La maggiore incidenza di fenomeni climatici estremi, dovuti al cambiamento climatico, interagisce con i cambiamenti socio-economici e con l’uso del suolo in Italia e in tutto il Mediterraneo.».
Il CMCCCentro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici, prevede, in Italia, nei prossimi decenni, un incremento del rischio, superiore al 20% in tutti gli scenari climatici, e un allungamento della stagione degli incendi compreso tra 20 e 40 giorni. Questi fenomeni potranno determinare in Italia un aumento delle superfici percorse dai roghi compreso tra il 21% e il 43%, a seconda dello scenario considerato. A tal proposito il WWF, nel chiedere «di accelerare la transizione energetica verso un futuro senza combustibili fossili (carbone, petrolio e gas) e di varare il piano nazionale di adattamento, nonché i piani regionali», ha dato 5 raccomandazioni per ridurre il rischio e l’incidenza degli incendi nel Mediterraneo:

  • ridurre l’alto tasso di incidenti e porre fine all’impunità, attraverso la prevenzione e le condanne agli incendiari.
  • Ridurre l’infiammabilità del paesaggio attraverso piani di prevenzione efficaci e la mappatura delle aree a rischio.
  • Migliorare le capacità di difesa civile, attraverso il miglioramento del coordinamento delle emergenze e l’educazione alla cultura del rischio.
  • Migliorare la governance della gestione degli incendi, potenziando il coordinamento della prevenzione e della soppressione.
  • Contrastare efficacemente la crisi climatica, riducendo le emissioni di gas serra e aumentando la capacità di assorbimento di foreste e altri ecosistemi.
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