RIENZI: «Sulla ripresa dei prezzi al dettaglio pesa come un macigno la corsa dei beni energetici, con i carburanti che alla pompa costano il 16% in più rispetto allo scorso anno. Non a caso il comparto “Trasporti” segna a maggio una crescita record del +4,8%.».

di Redazione —

L’inflazione, nel mese di maggio 2021, ha fatto registrare una brusca accelerata, tanto da raggiunge livelli che non si vedevano dal 2018: aumenta su base annua dell’1,3%, dal +1,1% di aprile, confermando la stima preliminare dell’ISTAT, Istituto di statistica nazionale, portando, sempre nello stesso mese, l’indice dei prezzi al consumo a fermarsi su base mensile ed un calo del carrello della spesa.
«L’accelerazione tendenziale dell’inflazione, si deve essenzialmente ai prezzi dei beni energetici, la cui crescita passa da +9,8% di aprile a +13,8%. Questa dinamica è solo in parte compensata dalla frenata dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona la cui crescita (+0,7% ad aprile) si azzera», spiega l’ISTAT, che sottolinea: «Su base mensile, la variazione nulla dipende da dinamiche opposte: da una parte c’è la crescita dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (+1,1%) e degli alimentari non lavorati (+1,0%), dall’altra la diminuzione dei prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-0,8%).».

I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona amplificano la loro flessione e passano da -0,7% a -0,9% mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto accelerano (da +1,0% a +1,4%). Il carrello della spesa ha il calo più marcato dal 1996, come spiega l’ISTAT: «A maggio, l’inflazione accelera per il quinto mese consecutivo, raggiungendo livelli che non si vedevano da novembre 2018 (quando fu pari a +1,6%) – spiega l’Istat – Anche in questo mese, come nei precedenti, l’inflazione e la sua accelerazione si devono essenzialmente ai prezzi dei Beni energetici che ne trainano la crescita e al netto dei quali si attesta a +0,2%, valore uguale a quello di settembre 2020 (quando però l’inflazione generale era negativa e pari a -0,6%). In questo quadro i prezzi del cosiddetto “carrello della spesa” ampliano ulteriormente la loro flessione (da -0,7% a -0,9%), registrando il calo più marcato da quando è disponibile la serie storica di questo gruppo di prodotti (gennaio 1996)».
L’inflazione per divisione di spesa, su base annua, segna un aumento consistente per la voce Abitazione, acqua, elettricità e combustibili che va a più 5,9% e per i trasporti a più 4,8%. Sotto il dato del più 1,3% stanno le altre voci, mentre in zona negativa ci sono prodotti alimentari e bevande analcoliche (-0,7%), Comunicazioni (- 2,8%) e istruzione (- 3,7%).
«Vera e propria fiammata dell’inflazione, con i prezzi che a maggio segnano una crescita su base annua del +1,3%, determinando un aggravio di spesa, considerata la totalità dei consumi delle famiglie del periodo pre-Covid, pari a +399 € su base annua per la famiglia “tipo”, +519 € per un nucleo con due figli.
Sulla ripresa dei prezzi al dettaglio pesa come un macigno la corsa dei beni energetici, con i carburanti che alla pompa costano il 16% in più rispetto allo scorso anno. Non a caso il comparto “Trasporti” segna a maggio una crescita record del +4,8%, che si traduce in una maggiore spesa solo per gli spostamenti pari in media a +166 € annui per la famiglia “tipo”, +259 € per un nucleo con due figli». dice Carlo Rienzi, Presidente del Codacons.

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