FITTO: «Auspico che la stessa Regione Puglia e il Governo, che siedono al tavolo dei negoziati, assumano un atteggiamento propositivo e su questo punto provino a riaprire i negoziati con la Commissione Europea, per evitare che milioni di investimenti possano essere perduti e destinati altrove con un danno irreparabile per il territorio pugliese e l’intero Mezzogiorno d’Italia.».
di Redazione —
«Gli aiuti europei della Politica di Coesione taglierebbero fuori le grandi imprese. Queste le indiscrezioni che giungono riguardo ai negoziati che si stanno svolgendo fra la Commissione Europea e i ministri alla Coesione dei singoli Stati per giungere a un Accordo di Partenariato 2021-2027 della Politica di Coesione condivido. Chiaramente tutto questo riguarda anche la Puglia e il suo POR, Programma Operativo Regionale, per cui sembrerebbero escluse dalla categoria dei beneficiari delle risorse a fondo perduto le grandi imprese.
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Le grandi imprese non sono le multinazionali, sono quelle con 250 dipendenti e con un fatturato superiore a 50.000.000 de €. Certo in Puglia non sono tantissime, ma non sono neppure poche e se passa la loro esclusione il danno a quella fetta importante di settore produttivo sarebbe notevole, imprenditori che vogliono ampliare i loro stabilimenti o innovarli non potrebbero farlo contando sui preziosi aiuti europei. Non solo, immaginate le grandi imprese che vogliono venire a investire al Sud, invogliati proprio da questi finanziamenti a fondo perduto… andrebbero a farlo altrove. Magari al Nord. Senza contare che sono proprio le grandi imprese quelle che investono sulla ricerca, sull’innovazione. In questo modo la Politica di Coesione parcellizzerebbe i contributi, ma non servirebbe a fare sistema.
Tutto questo è evidentemente inaccettabile, ed è per questo che ho presentato un’interrogazione alla Commissione Europea per chiedere se le indiscrezioni fossero vere e quali sono le reali motivazioni che stanno portando a questa scelta che non prenderebbe in considerazione neppure la possibilità data, pur se con qualche condizionalità, dall’art.5 paragrafo 2 del Regolamento Ue 2021/1058 sul FESR.
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Possibilità, che voglio ricordarlo, sono state introdotte nel testo legislativo grazie anche all’approvazione in Parlamento europeo di un mio emendamento che mirava ad ampliare la platea dei beneficiari e a riconoscere l’importante ruolo delle grandi imprese nello sviluppo del territorio.
Al tempo stesso auspico che la stessa Regione Puglia e il Governo che siedono al tavolo dei negoziati, assumano un atteggiamento propositivo e su questo punto provino a riaprire i negoziati con la Commissione Europea, per evitare che milioni di investimenti possano essere perduti e destinati altrove con un danno irreparabile per il territorio pugliese e l’intero Mezzogiorno d’Italia. Se lo fa ci troverà al suo fianco, nell’interesse del nostro sviluppo economico», ha detto Raffaele Fitto, co-presidente del gruppo europeo dei Conservatori e Riformisti, riguardo le trattive aiuti europei della Politica di Coesione che, stando alle indiscrezioni, taglierebbero fuori le grandi imprese.
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