PAOLONI: «Noi abbiamo il dovere di garantire la libertà di manifestare il proprio pensiero, ma non è accettabile che in certe occasioni la violenza sia preordinata. Le manifestazioni devono avvenire pacificamente e senza armi. È importante che il comitato di ordine e sicurezza pubblica preveda adeguate prescrizioni per le manifestazioni a rischio.».

di Redazione —

«Manifestanti sempre più aggressivi e intolleranti nei confronti degli agenti di Polizia. La narrativa sociale ci sta mostrando un quadro alquanto preoccupante, che rischia di portare ad una deriva pericolosa nei confronti degli agenti di polizia e delle forze di sicurezza.

Uomini che hanno scelto di servire lo Stato e il cittadino e che ogni giorno si impegnano nel garantire il rispetto delle regole, vengono presi di mira da un’assurda narrativa sociale. Sembra che la società si sia inasprita e incattivita nei confronti di chi cerca di mantenere il loro sonno sicuro.
Gli agenti sono stanchi e sono partite numerosissime richieste di trasferimenti, che confermano che il limite, si è raggiunto
», dice Stefano Paoloni, presidente del SAP, Sindacato Autonomo di Polizia, sottolineando: «Noi abbiamo il dovere di garantire la libertà di manifestare il proprio pensiero, ma non è accettabile che in certe occasioni la violenza sia preordinata. Le manifestazioni devono avvenire pacificamente e senza armi. È importante che il comitato di ordine e sicurezza pubblica preveda adeguate prescrizioni per le manifestazioni a rischio.

Chiediamo che siano autorizzate, solo nel momento in cui queste garantiscono il completo rispetto delle prescrizioni. Non possono essere accettate deroghe poiché mettono a rischio lo svolgimento pacifico dei cortei e l’incolumità degli agenti, che di certo non escono di casa a cuor leggero. Questa è una narrativa sbagliata.
Sono diversi mesi che le Forze dell’Ordine sono sottoposte a turni estenuanti, ad attività molto intense per gestire le situazioni di ordine pubblico e ad esposizione a rischi, per la propria incolumità. Il tutto sapendo di essere sotto il mirino e che ogni azione corre il rischio di essere strumentalizzata oltremodo
.».

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