Il mosaico pavimentale, di 130 mq all’interno del ‘Villaggio Quadrimensionale’ della ‘Fondazione Nuova Specie’, che, fa parte della Weltanschart, è stato ideato e portato avanti dal maestro mosaicista Dario Quitadamo e dall’architetto Luigi Tartaglia, ha le caratteristiche specifiche ed inedite del panorama delle opere musive.

di Redazione —

A Troia, nel Subappennino Dauno, in provincia di Foggia, è stato realizzato un mosaico pavimentale di 130 mq all’interno del Villaggio Quadrimensionale della Fondazione Nuova Specie, dopo 900 anni da quello della Cattedrale di S. Maria Annunziata di Otranto in Provincia di Lecce.
Il mosaico pavimentale, ideato e portato avanti dal maestro mosaicista Dario Quitadamo e dall’architetto Luigi Tartaglia, presenta caratteristiche specifiche e inedite nel panorama delle opere musive, che, come altre, stanno nascendo dentro il Villaggio Quadrimensionale a Troia, sede della Fondazione Nuova Specie ETS, come la fontana dell’eterno ritorno, il muro dell’Utero, la Iurtana, l’ipogeo a ondanza, gli uteri-cella, il campus aureo, ecc., fa parte della Weltanschart.

Il neologismo, coniato dal dr Mariano Loiacono, presidente della Fondazione Nuova Specie, è una sincrasi tra la parola Weltanschauung, che significa Welt-Mondo, Anschauung-visione e la parola Art, che in tutte le lingue neolatine significa Arte, che, etimologicamente, dalla radice ariana ar, significa “andare verso, mettere in movimento, muoversi verso qualcosa” e, di conseguenza, “attaccare, aderire, adattare”.
Il neologismo si è reso necessario per caratterizzare alcune opere, realizzate al Villaggio Quadrimensionale della Fondazione Nuova Specie che, oltre al valore estetico, proprio di ogni opera artistica, mirano a trasmettere, appunto, una visione dinamica dell’esistenza, a mettere in movimento e far aderire il visitatore verso una teoria-rappresentazione di senso dell’universo in cui siamo inclusi, a partire dalla nostra esistenza su questo pianeta del sistema solare.
Il soggetto rappresentato, ovvero l’albero della vita in viaggio, è un baobab con le radici e tronco immersi nel mare e con la chioma svettante in cielo, che presenta al suo interno, intrecciati in maniera inscindibile, gli “ommatidi”, dal greco omma, “occhio”, ossia, strumenti-occhi messi a punto dalla Fondazione Nuova Specie, per fare teoria-conoscenza globale sulla vita e sui vissuti esistenziali.
Tra i più significativi ommatidi, raffigurati nel mosaico, ci sono: “il Quadrangolare, la Homelife, il Crossingover, l’Unità di crisi, il Cummunitometro, la Piramide, il Graal”, opportunamente intrecciati-aggrovigliati tra le radici, il tronco, i rami, la chioma dell’albero della vita.

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