Secondo un’indagine di Facile.it, è emerso come i canali più utilizzati per portare a termine le frodi siano utenze luce e gas, carte di credito e telefonia mobile, messe in atto, nella maggior parte dei casi, attraverso una mail, un SMS o siti web fasulli, con il 41,5% di chi cade in trappola che non denuncia la frode.

di Redazione —

Dai primi dati emersi da un’indagine realizzata per Facile.it dagli istituti mUp Research e Norstat è emerso che, a finire nelle maglie dei truffatori, negli ultimi 12 mesi, sono stati 8.300.000 gli utenti italiani che hanno subito una truffa nell’ambito di una delle principali voci di spesa familiare, con un danno economico stimato di oltre 3.000.000.000 di €.

Secondo l’analisi, realizzata su un campione rappresentativo della popolazione nazionale, il 7,1% dei rispondenti ha dichiarato di aver subito una truffa legata alle utenze luce e gas, il 6,5% nell’ambito delle carte elettroniche e il 5,2% nella telefonia mobile, mentre l’assicurazione auto/moto, da alcuni ritenuta una delle aree più a rischio, in realtà è quella che presenta, in percentuale, con il 1,4%, un minore numero di casi. Nella ricerca si analizzano, anche, i canali più utilizzati per portare a termine le frodi, e si rileva che nel 45% dei casi le truffe sono passate attraverso un’email, nel 26% tramite SMS, 31% nel caso dei conti correnti e nel 21,5% da siti web fasulli ed il 29% dei casi si è concretizzato attraverso le carte elettroniche.
L’indagine sottolinea come ogni settore abbia ha le sue specificità: quando si parla di frodi nell’ambito delle utenze luce e gas, ad esempio, tra i canali più usati dai malfattori ci sono i finti call center (44%) e le visite porta a porta (31,3%), ma la nuova frontiera delle truffe passa, anche, dai social network, particolarmente usati nell’ambito dei prestiti personali (15,9%), e dalle App di messaggistica istantanea, attraverso cui sono stati truffati, secondo le loro dichiarazioni, circa il 9% dei rispondenti.
Un dato significativo riguarda le denunce che, purtroppo, fanno segnare un triste 41,5% di non denuncia la frode da parte di chi cade in trappola e il dato arriva addirittura al 55,1% nella telefonia mobile e al 54,5% nei prestiti personali.

Perché i truffati non denunciano?
Secondo quanto emerso dall’indagine, oltre al 4% dei truffati, che, a seguito della frode subita, si è addirittura trovato nel mezzo di problemi di natura legale, tra i 3.400.000 che non hanno denunciato la truffa subita, il 33% ha detto di non averlo fatto, perché il danno economico era basso, mentre, il 27%, perché era certo che non avrebbe recuperato quanto perso. Per circa 800.000 individui, invece, vi è una ragione di natura psicologica: il 15,1%, infatti, ha dichiarato di essersi sentito ingenuo per esserci cascato, mentre il 9% non voleva che i familiari/conoscenti lo sapessero.  «Abbiamo una spiccata tendenza a preservare la nostra reputazione, per cui denunciare una truffa di questo tipo può significare per alcuni ammettere, a sé stessi e agli altri, che non siamo stati “furbi” a sufficienza per difenderci da un malfattore che ha agito comunque anche grazie alla nostra involontaria “complicità”», spiega il prof. Gianluca Castelnuovo, ordinario di psicologia clinica alla Cattolica di Milano e all’IRCCS, Istituto Auxologico Italiano.
Le vittime predilette dei truffatori sono gli uomini, 22,5% rispetto al 15,7% del campione femminile e, hanno un titolo di studio universitario, 23,3% rispetto al 17% rilevato tra i non laureati. Dal punto di vista anagrafico emerge che, a cadere in trappola, sono più i giovani nella fascia di età 18-24 anni, 31,6% vs 15% fascia 65-74 anni, mentre, a livello territoriale, sono i residenti nel Nord Italia, Nord Est 22,3% e Nord Ovest 21%. Comunque, tra gli utenti si diffondono, però, alcune strategie di difesa dalle frodi: Il 43,2% dei rispondenti ha dichiarato di aver adottato alcuni semplici comportamenti, dopo aver subito la truffa, come ad esempio non rispondere a contatti sconosciuti o non dare informazioni sensibili a soggetti non verificati.

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