BUSSONE: «È importante che sia stato aperto un concorso per 2.800 assunzioni nella PA nelle regioni del Sud. È importante, però, capire che il Paese ha gravissimi problemi di personale nei Comuni piccoli, con meno di 5.000 abitanti, al Sud, come al Nord, al Centro e nelle isole. Servono 10.000 persone nei 5500 piccoli Comuni italiani, per dare forza alle politiche di crescita, coesione e inclusione.».

di Redazione —

«È importante che sia stato aperto un concorso per 2.800 assunzioni nella Pubblica Amministrazione nelle regioni del sud. È importante, però, capire che il Paese ha gravissimi problemi di personale nei Comuni piccoli, con meno di 5.000 abitanti, al Sud, come al Nord, al Centro e nelle Isole. Le sperequazioni territoriali, UNCEM non smette di dirlo, riguardano tutto il Paese e tra grandi Comuni e piccoli, messi al centro della legge 158 del 2017, della quale UNCEM chiede la completa attuazione. Anche dell’articolo 13 che prevede che i piccoli Comuni lavorino insieme. Per farlo vi è bisogno di persone preparate e motivate.

Occorrono nuove efficaci regole per evitare continui travasi da piccoli a grandi Comuni per scatti di carriera. Servono 10.000 persone nei 5500 piccoli Comuni italiani, per dare forza alle politiche di crescita, coesione e inclusione», dice Marco Bussone, Presidente UNCEM, Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani, che ha inviato una lettera in merito, al Ministro Brunetta, contenente 10 punti su nuova PA, nuovi Enti locali, riorganizzazione dei Segretari, assetto istituzionale, in cui si sottolinea: «Oggi l’impossibilità di assumere è dovuta a parametri assunzionali troppo stretti e non chiari e l’impossibilità di avere un segretario comunale ‘manager’ dell’Ente, di fatto blocca l’attività. I Sindaci si ritrovano con il cerino in mano. Va bene aumentare le risorse e parlare di efficienza della PA, ma l’obbligo di un segretario che, di fatto poi non esiste, che passa poche ore al mese nei Comuni, a gettone e che nelle Unioni di Comuni non è pagato, mina il funzionamento degli Enti e blocca ogni capacità di investimento, di drenare fondi UE, di fare azioni previste dal Piano nazionale Ripresa e Resilienza. Troppi Enti non hanno tecnici, non hanno ragionieri. Occorre intervenire.».

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