di Redazione —

«La reiterata scompostezza del sindaco Decaro in replica al provvedimento di accesso ispettivo nei confronti del Comune di Bari assume ormai i toni di un vero e proprio atto intimidatorio. Un sindaco che ha davvero a cuore la lotta alla mafia dovrebbe salutare con favore un’indagine che è tesa a verificare se quanto di grave è accaduto nei gangli vitali di un’azienda interamente partecipata dal suo ente, che ha portato a più di 100 arresti e alla nomina da parte del Tribunale di un amministratore giudiziario, possa aver avuto riflessi e ingerenze sull’intera attività amministrativa della città.

La Commissione ministeriale ha tutto il diritto di fare le sue libere valutazioni, senza per questo essere costretta a subire atteggiamenti di sguaiataggine istituzionale. Mai nessuno si era permesso di dire che un ministro della Repubblica, che comunica a un sindaco la nomina di una commissione d’accesso sta compiendo, solo per questo, un atto di guerra.
Chi ha letto le premesse del provvedimento che ha portato agli arresti, mi auguro che Decaro lo abbia fatto, sa bene che in quelle carte c’è scritto a chiare lettere che l’infiltrazione all’interno di AMTAB, la più grande azienda municipalizzata della Regione Puglia, ha beneficiato di una tolleranza di fatto da parte dei suoi amministratori, che avrebbero dovuto predisporre un effettivo sistema di controlli, piuttosto che assecondare gli interessi di una delle più potenti consorterie criminali della provincia di Bari.

Il sindaco, che ha in verità molto da farsi perdonare, cade poi nella rete delle sue innumerevoli contraddizioni. Non è affatto vero, come sostiene, con una visione distorta della nostra comunità, che la mafia permea i settori delle professioni e dell’economia della città.
Se così fosse, bisognerebbe arrivare al commissariamento di tutta Bari.
Quello del Comune sarebbe, allora, soltanto una piccola parte del problema.

Faremo di tutto, nel totale rispetto delle prerogative della Prefettura e del ministro dell’Interno, affinché, i baresi non debbano subire l’onta dello scioglimento per mafia.
Decaro, intanto, esca di scena con eleganza e ci risparmi il passo d’addio di una patetica sceneggiata», dice Davide Bellomo, deputato della Lega, componente della Commissione Giustizia della Camera.

error: Content is protected !!