L’ultimo rapporto dell’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità,  sulla salute nelle carceri in Europa, rivela come, nel 2020, un terzo dei detenuti soffra di disturbi mentali e come la principale causa di morte nelle carceri sia il suicidio.

di Redazione —

L’ultimo rapporto sulla salute nelle carceri in Europa diffuso dall’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, rivela come gli istituti di pena europei presentino problemi di sovraffollamento, tassi di suicidi elevati e carenza dei servizi per la salute mentale, che rappresenta una delle principali necessità tra le persone detenute, non solo, il rapporto fornisce, in particolare, una panoramica delle prestazioni dei sistemi sanitari penitenziari sulla base dei dati di un sondaggio realizzato in 36 Paesi nel 2021, con riferimento all’anno precedente (2020).

Secondo i dati emersi dal report, un terzo dei detenuti soffre di disturbi mentali e la principale causa di morte nelle carceri, nel 2020, è il suicidio. I disturbi mentali colpiscono, quindi, il 32,8% della popolazione carceraria. Una cifra probabilmente sottostimata, in quanto la maggior parte delle malattie non trasmissibili è stata registrata in modo inadeguato, come commenta Hans Henri P. Kluge, direttore regionale dell’OMS/Europa, sottolineando: «L’incarcerazione non dovrebbe mai diventare una condanna a una salute più precaria. Tutti i cittadini hanno diritto a un’assistenza sanitaria di buona qualità indipendentemente dal loro status giuridico.».
Meno della metà dei Paesi intervistati ha fornito i dati, denuncia l’OMS e uno Stato membro su cinque ha segnalato il problema del sovraffollamento, che produce un impatto negativo sulla salute, per questo motivo, afferma l’OMS: «dovrebbero essere prese in considerazione misure alternative non detentive per i reati che non presentano un rischio elevato per la società.».
La ricerca mette in luce la preoccupante situazione sul fronte della prevenzione: nel 2020, secondo il sondaggio, persistevano carenze nei servizi di prevenzione, con il 16,7% degli Stati membri che non ha offerto la vaccinazione contro l’Epatite B o la difterite-tetano-pertosse (DTP) in nessun carcere, nonostante siano entrambe raccomandate.

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