di Redazione

L’ultimo rapporto, Coldiretti/CensisMangiare bene, malgrado tutto, presentato al XXIII Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, rivela come 8 italiani su 10 vogliano vietare per legge la presenza, nelle mense scolastiche, dei cibi ultra formulati: piatti precotti, snack industriali, merendine confezionate. La ricerca evidenzia, che, per il 62% degli italiani, le scelte alimentari in famiglia sono influenzate dai gusti dei figli o dei nipoti, per cui é urgente introdurre percorsi di educazione alimentare fin dalle scuole elementari, come chiede il 91% degli italiani, con l’obiettivo di restituire ai più giovani la capacità di riconoscere la qualità del cibo.

Sull’esempio della California, dove una recente norma tutela la salute di bambini e ragazzi rispetto all’abuso di prodotti ricchi di additivi chimici, Coldiretti parla di prodotti comuni, energy drink, snack, piatti precotti, merendine, ricchi di zuccheri raffinati, sodio, conservanti e additivi, che, se consumati con regolarità, aumentano il rischio di obesità infantile, ipertensione, disturbi del sonno e perfino malattie croniche, facendo il parallelo con i cibi sani e semplici: pane e marmellata, latte e frutta, pasta al pomodoro, pollo con patate, ciambellone della nonna. Un richiamo alla dieta mediterranea e ai prodotti della filiera corta, base di un’alimentazione equilibrata e sostenibile.

«I cibi ultra formulati stanno compromettendo il futuro dei nostri ragazzi. Da ciò che portiamo in tavola dipende la salute delle nuove» le parole di Vincenzo Gesmundo, segretario generale di Coldiretti, a cui hanno fatto eco quelle di Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, che chiede «più cibo a km zero nelle mense, un patto con le famiglie e la revisione dei distributori automatici scolastici. Educare al cibo significa costruire salute, rispetto e speranza per il domani. È una sfida culturale, prima che alimentare.».

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