CAPONE: «Sono 150.000 le concessioni che rientrano nel demanio marittimo e comprendono campeggi, impianti sportivi, complessi turistici, oltre ai numerosi stabilimenti balneari. È fondamentale trovare una soluzione che tuteli gli interessi legittimi e gli investimenti operati finora. Chiediamo che il Governo intervenga con nuove misure necessarie a garantire i livelli occupazionali.».
di Redazione —
«La minaccia di una procedura di infrazione da parte dell’Unione europea per il mancato rispetto della ‘direttiva Bolkestein’ non può diventare l’occasione per una svendita delle spiagge italiane alle multinazionali del settore.
Il Presidente Draghi ascolti il grido di allarme proveniente da lavoratori delle aziende balneari. Non possiamo accettare la desertificazione di un tessuto fatto di piccole e medie imprese a conduzione familiare che svolgono una funzione fondamentale nella salvaguardia del patrimonio paesaggistico e nella promozione del turismo nel nostro Paese.
Come afferma ‘Federbalneari’, sono 150.000 le concessioni che rientrano nel demanio marittimo e comprendono campeggi, impianti sportivi, complessi turistici, oltre ai numerosi stabilimenti balneari.
È fondamentale, pertanto, trovare una soluzione che tuteli gli interessi legittimi e gli investimenti operati finora. In tal senso, chiediamo che il Governo intervenga con nuove misure necessarie a garantire i livelli occupazionali. Come UGL siamo disponibili a discutere di proposte concrete volte a sostenere le piccole e medie imprese del comparto», ha detto Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, Unione Generale del Lavoro, in merito alla richiesta di misure a difesa delle imprese balneari in vista del Consiglio dei Ministri.