di Redazione —

Il Disegno di Legge di iniziativa governativa che, approvato, dal Senato, a fine Febbraio, senza alcun confronto con le organizzazioni della società civile, che lo richiedevano, a breve sarà in discussione alla Camera dei Deputati, peggiora la normativa italiana sull’esportazione di armi. La legge vigente, la 185/90 era stata approvata dopo una grande campagna di mobilitazione: per la prima volta conteneva dei criteri non economici nella valutazione di autorizzazione delle vendite estere di armi italiane.
Prevede il divieto di invio di armi verso Paesi in conflitto, che spendono troppo per gli eserciti, in cui ci siano gravi violazioni dei diritti umani. Un approccio successivamente ripreso sia dalla Posizione Comune UE sull’export di armi sia dal Trattato ATT, Arms Trade Treaty.

Sebbene in questi anni le autorizzazioni all’export di armi rilasciate non siano sempre state in linea con i criteri della Legge 185/90 e dei trattati internazionali, la Legge ha esercitato un grande ruolo di trasparenza dal momento che ha permesso a Parlamento e società civile di conoscere i dettagli di un mercato spesso opaco. Ora se il DDL 855 dovesse passare questa trasparenza sarebbe minacciata. Leggiamo nel comunicato di Rete Italiana Pace e Disarmo: «non è vero che c’è un problema di eccessivi controlli sull’esportazione di armi italiane e non è vero che questa modifica della Legge185/90 favorirà una maggiore sicurezza per l’Italia in un momento di crisi internazionale. Al contrario, facilitare la vendita all’estero di armi che sicuramente finiranno nelle zone più conflittuali del Mondo aumenterà l’insicurezza globale, e quindi anche quella di tutti noi, solo per garantire un facile profitto di pochi».

Per questo, Rete Italiana Pace Disarmo, promuove una mobilitazione per fermare lo svuotamento della Legge 185/90 e al contrario chiedere un maggiore controllo sull’export di armi: Fermiamo insieme gli affari armati irresponsabili che alimentano guerra e insicurezza”. 
Di seguito le richieste avanzate dalla Rete, che si possono realizzare concretamente approvando gli emendamenti al DDL illustrati e proposti da Rete Pace Disarmo:

– Fare in modo che la reintroduzione del CISD, Comitato interministeriale per gli scambi di materiali di armamento per la difesa, utile luogo di presa di responsabilità da parte della politica sulle questioni riguardanti l’export di armi, non si trasformi in un “via libera” preventivo a qualsiasi vendita di armi, ma sia sempre bilanciato dall’analisi tecnica e informata degli uffici preposti presso la Presidenza del Consiglio, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il Ministero della Difesa.

– Inserire nella norma nazionale un richiamo esplicito al Trattato sul commercio delle armi, Arms Trade Treaty, che non era presente nel testo originario della Legge 185/90, in quanto entrato in vigore solo nel 2014, ai suoi principi e criteri decisionali che hanno precedenza sulle leggi nazionali, con forza normativa maggiore di natura internazionale

– Migliorare la trasparenza complessiva sull’export di armi rendendo più completi e leggibili i dati della Relazione al Parlamento, in particolare contenendo indicazioni analitiche per tipi, quantità, valori monetari e Paesi destinatari delle armi autorizzate con esplicitazione del numero della Autorizzazione MAE (Maeci), gli stati di avanzamento annuali sulle esportazioni, importazioni e transiti di materiali di armamento e sulle esportazioni di servizi oggetto dei controlli e delle autorizzazioni previste dalla legge.

Impedire la cancellazione integrale della parte della Relazione annuale al Parlamento che riporta i dettagli dell’interazione tra banche e aziende militari

Impedire l’eliminazione dell’Ufficio di coordinamento della produzione di materiali di armamento presso la Presidenza del Consiglio, unico che potrebbe avanzare pareri, informazioni e proposte per la riconversione a fini civili delle industrie nel settore della difesa

Reintrodurre la possibilità per il CISD di ricevere informazioni sul rispetto dei diritti umani anche da parte delle organizzazioni riconosciute dall’ONU, dall’UE e da parte delle organizzazioni non governative riconosciute.

PER SAPERNE DI PIÙ: https://retepacedisarmo.org/2024/basta-favori-ai-mercanti-di-armi/

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