di Redazione —

Davanti ai dati sull’inflazione diffusi lo scorso 16 giugno 2025 dall’ISTAT, Istituto di Statistica Nazionale, il Codacons sottolinea che «l’aumento medio dell’1,6% di maggio significa un maggior esborso pari a 526 euro annui per la famiglia “tipo”, +716 euro per un nucleo con due figli.
Nonostante il ribasso del tasso generale dell’inflazione, tutte le voci legate al turismo hanno registrato a maggio una decisa crescita.

I prezzi dei voli nazionali, ad esempio, sono rincarati del +30,8% su anno, le tariffe dei traghetti del +9,7%, quelle dei Servizi ricreativi e sportivi (piscine, stabilimenti, palestre, parchi divertimento, ecc.) del +8,3%, i prezzi dei “Pacchetti vacanza” nazionali del +7,2%. Gli alberghi rincarano del +3,3% su anno mentre i listini di case vacanza, b&b e altre strutture ricettive del +5,8%. Si tratta di un pessimo segnale in vista della stagione estiva, perché attesta come gli operatori turistici e le società di trasporto abbiano iniziato a ritoccare i listini al rialzo in prossimità delle partenze degli italiani. Ciò comporterà un sensibile aggravio di spesa a carico dei cittadini che si sposteranno per trascorrere giorni di villeggiatura fuori casa nel periodo estivo, un vero e proprio salasso che sta per abbattersi sulle vacanze degli italiani.».

«Il fatto che quella annua sia scesa rispetto ad aprile, da 1,9% a 1,6% e che quella mensile sia addirittura calata dello 0,1%, non deve trarci in inganno. Non solo non c’è alcun vantaggio per i consumatori, ma la loro condizione peggiora rispetto al mese precedente», commenta il presidente l’UNC, Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona, che ricorda: «l’andamento al rialzo del carrello della spesa, che passa da +2,6% a +2,7%, mentre i Prodotti alimentari confermano su base tendenziale il preoccupante +3,2% di aprile e segnano un balzo mensile dello 0,4%. Si sperava che il cibo in aprile fosse rincarato su marzo per via dell’aumento delle vendite legato alla Pasqua e che poi a maggio scendesse di prezzo, invece sale ulteriormente. Una tendenza allarmante che manda in tilt i bilanci delle famiglie più in difficoltà. In termini di aumento del costo della vita, una coppia con due figli spende 292 euro in più solo per i prodotti alimentari, 309 euro per il carrello della spesa; per una coppia con un figlio 259 euro sono per cibo e bevande, 276 per i beni alimentari, per la cura della casa e della persona. In media una famiglia spende 202 euro in più per mangiare e bere.».  

«Alcuni prodotti continuano a risentire della crisi delle materie prime, con il burro che a maggio rincara del +19,6% sul 2024, il caffè del 24,7%, il cioccolato del 12%, il cacao del 19,1%, le uova del 7,1%. Ritocchi al rialzo anche per alcuni beni tipici del periodo estivo: i prezzi dei gelati salgono infatti del 3,4%, il riso del 4,2%, i molluschi freschi del 3,9%, le bevande gassate del 4,1%, l’acqua minerale del 3% i succhi di frutta del 3,7%. Pesche e nettarine rincarano del 5,1%, gli agrumi del 13,4%, la frutta secca del 5,3%, i pomodori del 7,3%. Un trend quello dei rialzi alimentari che prosegue oramai da mesi e che rischia di peggiorare nelle prossime settimane, con l’aumento della domanda per i beni tipici dell’estate», dice Gabriele Melluso, presidente di Assoutenti, soffermandosi sulla corsa dei prezzi degli alimentari.

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