ISTAT: «A marzo, l’export verso i paesi extra Ue27 segna una riduzione su base mensile dovuta principalmente alla contrazione delle vendite di beni di consumo non durevoli… L’import, in calo da settembre dello scorso anno, registra un’ulteriore riduzione congiunturale…  Su base annua, la crescita dell’export rallenta mentre l’import segna una drastica discesa, geograficamente diffusa, cui contribuisce principalmente l’ampia flessione degli acquisti di energia e beni intermedi…».

di Piero Mastroiorio

«A marzo, dopo due mesi di crescita, l’export verso i paesi extra Ue27 segna una riduzione su base mensile dovuta principalmente alla contrazione delle vendite di beni di consumo non durevoli. L’import, in calo da settembre dello scorso anno, registra un’ulteriore riduzione congiunturale, spiegata per circa due terzi dai minori acquisti di energia e beni intermedi, favorevolmente condizionati dai ribassi dei relativi prezzi. Su base annua, la crescita dell’export rallenta mentre l’import segna una drastica discesa, geograficamente diffusa, cui contribuisce principalmente l’ampia flessione degli acquisti di energia e beni intermedi. Il surplus commerciale con i paesi extra Ue27, sostenuto dal forte avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici, è molto ampio, il più elevato da oltre trenta anni», è il commento ai dati resi noti lo scorso 2 maggio 2023, dell’ISTAT, l’Istituto di Statistica nazionale, che ha stimato, per il mese di marzo 2023, nell’interscambio commerciale con le Nazioni extra Ue a 27 Paesi, una diminuzione congiunturale per entrambi i flussi, molto più ampia per le importazioni (-12,9%) rispetto alle esportazioni (-4,6%), la cui diminuzione su base mensile dell’export è spiegata soprattutto dal calo delle vendite di beni di consumo non durevoli (-11,9%), mentre sono in forte contrazione le esportazioni di energia (-27,0%) ed aumentano quelle di beni di consumo durevoli (+2,7%) e, in misura contenuta, di beni strumentali (+0,7%) e beni intermedi (+0,3%). Dal lato dell’import, si rilevano ampie diminuzioni congiunturali per tutti i raggruppamenti.

Secondo le previsioni ISTAT, nel primo trimestre 2023, rispetto al trimestre precedente, l’export aumenta dell’1,3%, trainato in particolare dalle maggiori vendite di beni di consumo non durevoli (+9,2%). Nello stesso periodo, l’import segna una netta riduzione congiunturale (-19,2%), generalizzata e più marcata per energia (-29,8%). A marzo 2023, l’export cresce su base annua del 6,6% (da +17,2% di febbraio). A esclusione di energia (-19,9%), la crescita riguarda tutti i raggruppamenti ed è più sostenuta per beni strumentali (+10,6%) e beni di consumo non durevoli (+8,2%). L’import registra una flessione tendenziale del 28,1%, cui contribuisce la contrazione degli acquisti di tutti i raggruppamenti e, in particolare, di energia (-35,8%) e beni intermedi (-30,4%).
A marzo 2023 il saldo commerciale con i paesi extra Ue27 è positivo ed è pari a +8.455 milioni (-793 milioni a marzo 2022). Il deficit energetico (-5.326 milioni) è inferiore rispetto a un anno prima (-8.546 milioni) mentre l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici, pari a 13.780 milioni, è elevato e in forte aumento rispetto a marzo 2022 (7.753 milioni). L’export verso paesi MERCOSUR, il Mercado Comum do Sul, organizzazione internazionale istituita da Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, fa registrare un +28,0%, Cina (+26,3%), Turchia (+25,4%), paesi ASEAN, l’Associazione degli Stati del sud-est Asiatico costituita da 10 paesi, Brunei, Cambogia, Filippine, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Singapore, Thailandia, Vietnam, registra un +20,0%, Stati Uniti (+9,3%) è in aumento in termini tendenziali, anche se si riducono le vendite verso Giappone (-9,8%), Svizzera (-9,3%), Regno Unito (-7,9%) e paesi OPEC, i tredici stati che insieme contribuiscono al 44% della produzione globale di petrolio e l’81% delle riserve mondiali, Algeria, Angola, Congo, Guinea Equatoriale, Gabon, Iran, Iraq, Kuwait, Libia, Nigeria, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Venezuela, fa registrare un -3,6%. Le importazioni da tutti i principali paesi partner extra Ue a 27 Paesi sono in forte calo su base annua. Le flessioni tendenziali più ampie riguardano gli acquisti da Russia (-91,7%) e Cina (-34,4%).

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