Nel 2020, dopo il miglioramento del 2019, sono in condizione di povertà assoluta poco più di 2.000.000 di famiglie ed oltre 5.600.000 di individui, dato che aumenta raggiungendo il livello più elevato dal 2005, invece, per quanto riguarda la povertà relativa, le famiglie sotto la soglia sono poco più di 2.600.000 passando dal 11,4% del 2019 al 10,1% del 2020.

di Piero Mastroiorio —

Nel 2020 torna a crescere la povertà assoluta e, dopo esser migliorata nel 2019, aumenta di nuovo, raggiungendo il livello più elevato dal 2005, tanto che nel 2020, sono in condizione di povertà assoluta poco più di 2.000.000 di famiglie, cioè il 7,7% del totale da 6,4% del 2019 ed oltre 5,6 milioni di individui (9,4% da 7,7%), secondo quanto stimato dall’ISTAT, Istituto di Statistica nazionale.
Per quanto riguarda la povertà relativa, le famiglie sotto la soglia sono poco più di 2.600.000 passate dal 11,4% del 2019 al10,1% del 2020.

In particolare, l’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (9,4%, da 8,6%), ma la crescita più ampia si registra nel Nord, dove la povertà familiare sale al 7,6%, dal 5,8% del 2019. Anche in termini di individui è il Nord a registrare il peggioramento più marcato, con l’incidenza di povertà assoluta che passa dal 6,8% al 9,3% facendo segnare 10,1% nel Nord-Ovest e 8,2% nel Nord-Est.
Nel 2020 la povertà assoluta in Italia colpisce 1.337.000 minori facendo segnare 13,5%, rispetto al 9,4% degli individui a livello nazionale, con un’incidenza che va dal 9,5% del Centro al 14,5% del Mezzogiorno. Inoltre, sono più di 767.000, le famiglie con minori in condizione di povertà.
Elevata anche la povertà assoluta tra gli stranieri, che sono: oltre 1.500.000, con un’incidenza pari al 29,3%.

L’incidenza di povertà assoluta in Italia, secondo i dati ISTAT, varia anche a seconda del titolo di godimento dell’abitazione in cui si vive, e la situazione è particolarmente critica per chi vive in affitto
Oltre 866.000, il 43,1%di tutte le famiglie povere, sono in affitto, con alcune differenze territoriali: le famiglie affittuarie nel Mezzogiorno sono in povertà assoluta nel 22,1% dei casi, rispetto al 18,1% del Nord e al 12,3% del Centro.

«Dati drammatici! Un primato storico, mai registrato prima. Rispetto al 2019, le famiglie povere aumentano del 19,9% e gli individui poveri del 22%. Questi rialzi stratosferici dimostrano che quanto fatto durante l’emergenza Covid per affrontare la povertà, dal reddito di cittadinanza a quello di emergenza, dagli indennizzi ai bonus sociali, non è servito quasi a nulla. Gli aiuti sono stati dati spesso male, a pioggia, in ritardo e, soprattutto, con importi insufficienti per uscire dalla soglia di povertà. Ora il Governo Draghi rimedi con una riforma fiscale, che non solo mantenga la progressività, ma che abbassi drasticamente le tasse ai più poveri, al primo quintile della popolazione», sono state le parole di Massimiliano Dona, presidente dell’UNC, Unione Nazionale Consumatori, a commento dei dati ISTAT sulla povertà, a cui hanno fatto eco quelle di Carlo Rienzi, Presidente Codacons, che sottolinea: «I dati diffusi dall’Istat certificano, senza più alcun dubbio,l’effetto del Covid sulle condizioni economiche delle famiglie italiane. È evidente che quanto fatto dallo Stato per sostenere le famiglie durante l’emergenza sanitaria non è sufficiente e le misure messe in campo non sono bastate a contenere l’effetto tsunami del Covid. Dal fortissimo aumento della povertà in Italia ci saranno purtroppo conseguenze per l’economia nazionale, con una consistente fetta di popolazione tagliata fuori dalla ripresa del Paese.».

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