DE NICOLA: «Queste cifre non sono semplici statistiche, ma rappresentano storie di sofferenza e ingiustizia che ogni giorno migliaia di famiglie devono affrontare. La nostra associazione è testimone di come la povertà non solo privi le persone dei beni materiali, ma comprometta anche la loro dignità e speranza per un futuro migliore. È fondamentale che le istituzioni non ignorino questo allarme: è giunto il momento di promuovere politiche inclusive e sostenibili che possano realmente garantire un supporto concreto. Insieme, possiamo e dobbiamo combattere per una società più giusta e equa, dove nessuno sia lasciato indietro. Facciamo sentire la nostra voce!».
di Piero Mastroiorio —
Nel 2024, si stima che siano oltre 2.200.000 le famiglie in condizione di povertà assoluta, l’8,4% delle famiglie residenti, per un totale di 5.700.000 di individui, il 9,8% dei residenti, entrambe le quote risultano stabili rispetto al 2023, quando erano pari rispettivamente a 8,4% e 9,7%.L’incidenza della povertà assoluta fra le famiglie con almeno uno straniero è pari al 30,4%, sale al 35,2% nelle famiglie composte esclusivamente da stranieri, mentre scende al 6,2% per le famiglie composte solamente da italiani.

L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si mantiene più alta nel Mezzogiorno dove coinvolge
oltre 886.000 famiglie, 10,5%, seguita dal Nord-ovest con 595.000 famiglie, 8,1% e dal Nord-est con quasi 395.000 famiglie, 7,6%, mentre, il Centro conferma i valori più bassi con 349.000 famiglie, 6,5%. D’altra parte, tra le famiglie assolutamente povere, il 39,8% risiede nel Mezzogiorno (38,7% nel 2023) e il 44,5% al Nord (45% nel 2023), il restante 15,7% risiede nel Centro (16,2% nel 2023). La povertà assoluta è stabile, anche, a livello individuale con l’unica eccezione delle Isole dove si registra un significativo aumento, arrivando al 13,4% dall’11,9% del 2023.
La stabilità dell’incidenza di povertà assoluta si osserva per tutte le fasce di età: fra i minori si conferma al 13,8%, quasi 1.300.000 di bambini e ragazzi, il valore più elevato della serie storica dal 2014 e fra i giovani di 18-34 anni all’11,7% é pari a circa 1.153.000 individui, per i 35-64enni é invariata al 9,5%, anch’esso valore massimo raggiunto dalla serie storica e fra gli over 65 al 6,4%, oltre 918.000 persone.
L’intensità della povertà assoluta, che misura in termini percentuali quanto la spesa mensile delle famiglie povere sia mediamente al di sotto della linea di povertà, cioè “quanto poveri sono i poveri”, si conferma stabile a livello nazionale (18,4%), nel Nord, 18,5%, con valori pari al 19,1% nel Nord-ovest e 17,6% nel Nord-est e nel Centro, 18,0%, mentre nel Mezzogiorno si segnala un incremento con le stime che salgono al 18,5% dal 17,8% del 2023.

Nei comuni piccoli, fino a 50.000 abitanti, non periferici delle aree metropolitane l’incidenza di povertà assoluta è più elevata, 8,9%. Seguono i comuni sopra i 50.000 abitanti e i periferici delle aree metropolitane, 8,0% e, infine, i comuni centro di area metropolitana, 7,8%. Nel Mezzogiorno e al Nord sono i comuni di area metropolitana a registrare i valori più elevati, rispettivamente 12,5% e 8,2%, mentre al Centro l’incidenza più elevata è quella nei comuni più piccoli non periferici delle aree metropolitane, 7,9%.
L’incidenza di povertà assoluta si conferma più alta tra le famiglie ampie: raggiunge il 21,2% tra quelle con cinque e più componenti e l’11,2% tra quelle con quattro, per scendere all’8,6% tra le famiglie di tre componenti. Tra le coppie con tre o più figli, quasi una su cinque è in povertà assoluta (19,4%) e anche per le famiglie di altra tipologia, dove spesso coabitano più nuclei familiari e/o sono presenti membri aggregati, l’incidenza è superiore alla media (15,7%). In povertà assoluta più di una famiglia su 10 tra quelle monogenitore (11,8%).
La povertà assoluta tra le famiglie con persona di riferimento (p.r.) con almeno 65 anni risulta più contenuta (6,7%) rispetto a quelle con p.r. più giovane, l’incidenza supera il 10% tra le famiglie con
p.r. di età non superiore ai 54 anni e si attesta al 7,3% tra le famiglie di 55-64enni ed è particolarmente bassa tra le coppie con p.r. anziano la cui incidenza, 4,4% è di 2 punti percentuali inferiore a quelle delle coppie più giovani che, tra il 2023 e il 2024, hanno mostrato anche un peggioramento. In generale, si conferma una relazione inversa fra il valore dell’incidenza e l’età della p.r., anche per effetto della minore propensione al risparmio delle famiglie più giovani.

L’incidenza di povertà assoluta diminuisce al crescere del titolo di studio della persona di riferimento: se quest’ultima ha conseguito almeno il diploma di scuola secondaria superiore, l’incidenza è pari al 4,2%, è tre volte più elevata, 12,8%, se ha al massimo la licenza di scuola media e aumenta ulteriormente, salendo al 14,4%, per le famiglie in cui la persona di riferimento ha conseguito al massimo la licenza di scuola elementare.
Tra le famiglie con persona di riferimento occupata, l’incidenza di povertà nel caso sia lavoratore dipendente è pari all’8,7%, salendo al 15,6% se si tratta di operaio e assimilato. Tra le famiglie con persona di riferimento lavoratore indipendente, i valori più elevati dell’incidenza si registrano per le famiglie di indipendenti che non sono imprenditori né liberi professionisti, “altro indipendente” 7,4%. Infine, tra le famiglie con persona di riferimento ritirata dal lavoro l’incidenza si conferma al 5,8%. Rimane su valori più elevati per le famiglie con persona di riferimento in cerca di occupazione, 21,3%.

«Nel leggere i dati pubblicati oggi dall’Istat riguardo la povertà nel nostro Paese, sento il dovere di esprimere la mia profonda indignazione e preoccupazione. Queste cifre non sono semplici statistiche, ma rappresentano storie di sofferenza e ingiustizia che ogni giorno migliaia di famiglie devono affrontare. La crisi economica, amplificata dalle recenti difficoltà globali, ha colpito duramente le fasce più vulnerabili della popolazione, i cui diritti continuano a essere calpestati», ha detto, commentando gli ultimi dati ISTAT sulla povertà, Giusi de Nicola, Presidente dell’Associazione Vittime di Ingiustizia, sottolineando: «La nostra associazione è testimone di come la povertà non solo privi le persone dei beni materiali, ma comprometta anche la loro dignità e speranza per un futuro migliore.
È inaccettabile che in un Paese avanzato, come l’Italia, vi siano ancora così tanti cittadini che vivono in condizioni di estrema difficoltà. È fondamentale che le istituzioni non ignorino questo allarme: è giunto il momento di promuovere politiche inclusive e sostenibili che possano realmente garantire un supporto concreto. Insieme, possiamo e dobbiamo combattere per una società più giusta e equa, dove nessuno sia lasciato indietro. Facciamo sentire la nostra voce!».

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