ZULLO: «Possibile che non si avverte il rischio sanitario che questo comporta e non si rendano conto che, con questa chiamata nel pubblico di infermieri, che lasciano le strutture private, queste ultime rimangono completamente sguarnite? Riguardo alla proposta di legge presentata si cerca di dare sollievo a quei tanti cittadini, che, rinunciano a curarsi, per difficoltà a pagare il ticket, figuriamoci a pagarne uno per il quale non hanno neppure ricevuto una prestazione.».

di Redazione —

«Cosa succede se nelle RSA, nei Centri Diurni, negli Hospice per malati terminali, nelle strutture di riabilitazione psichiatrica, nei centri di riabilitazione ospedaliera o extraospedaliera e nelle case di cura dovesse venire meno l’assistenza infermieristica, perché, poco alla volta, tutti gli infermieri, pur in possesso di contratto a tempo indeterminato, si licenziano, perché rispondono alla chiamata delle Asl per andare a lavorare negli ospedali pubblici, anche con contratti a tempo determinato?
La risposta è fin troppo facile: verrebbe meno l’assistenza per tanti anziani non autosufficienti e per moltissime persone disabili e fragili.
Possibile che, né il presidente Michele Emiliano, né l’assessore alla sanità, Pierluigi Lopalco, non avvertono il rischio sanitario che tutto questo comporta?
Possibile che non si rendano conto che, oggi, con questa chiamata nel pubblico di infermieri, che lasciano le strutture private, queste ultime rimangono completamente sguarnite di queste figure professionali ed è estremamente pericoloso?
Tutto questo dimostra ancor più, ove ce ne fosse bisogno, l’inadeguatezza di Emiliano e Lopalco a gestire questa pandemia. In piena emergenza vanno pianificate tutte le attività di assistenza per contrastare la diffusione del virus ad ogni livello tenendo conto dell’insieme del servizio sanitario e socio-sanitario regionale senza privilegiare un comparto, quello pubblico, a discapito del comparto privato.
C’è la necessità di pianificare l’assistenza infermieristica su tutto il sistema sanitario e socio-sanitario pugliese senza depauperare risorse infermieristiche nel privato ma coordinando le azioni in un contesto che deve vedere pubblico e privato agire in sinergia ed in armoniosa collaborazione.

In Commissione ho posto il tema, avrei voluto, che, Emiliano e Lopalco, mi rispondessero, ma ho avuto solo l’assicurazione, dal direttore del dipartimento regionale Vito Montanaro, che avrebbe preso atto del problema e che avrebbe provveduto. Vediamo e speriamo…», è l’ennesimo grido d’allarme di Ignazio Zullo, Capogruppo regionale di Fratelli d’Italia, per evitare l’esodo degli infermieri dalle strutture sanitarie private a quelle pubbliche, che a margine della risposta dell’assessore alla sanità, Pierluigi Lopalco, all’interrogazione del consigliere Renato Perrini, ha dichiarato: «L’apertura dell’assessore alla Sanità, Pierluigi Lopalco, all’interrogazione del collega Renato Perrini, con cui si chiedeva l’annullamento delle sanzioni che vengono richieste dalle ASL pugliesi per mancata disdetta di visite mediche, ci fa ben sperare per l’iter della proposta di legge presentata dall’intero gruppo per affrancare cittadini stremati già dal Covid da sanzioni che appaiono, in questo periodo particolare, delle vere e proprie vessazioni nei confronti dei cittadini pugliesi alle prese di una sanità regionale che da una parte non dà risposte concrete ed efficienti sulla gestione della pandemia e dall’altra bussa a denari.
Il collega Perrini era stato il primo a sollevare l’argomento, avendo ricevuto segnalazioni da tarantini che si erano visti recapitare la sanzione per visite mancate che risalivano anche a 10 anni fa, quando per altro le ASL non avevano il servizio di Recall. Come accade oggi anche allora una visita medica poteva essere prenotata molto mesi prima, se non anni, quindi, il richiedente avrebbe potuto non ricordare più l’appuntamento fissato o essere impedito in quel giorno. Non solo, all’epoca non vi era l’adeguata informazione, nessuno diceva che si sarebbe dovuto disdire, né era indicato un recapito telefonico dove farlo.
La proposta di legge presentata va nell’ottica di dare sollievo a quei tanti cittadini che ormai rinunciano anche a curarsi per difficoltà a pagare il ticket, figuriamoci a pagarne uno per il quale non hanno neppure ricevuto una prestazione. A maggior ragione in questo periodo di pandemia che ha reso le famiglie anche più povere.».

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