di Redazione —

Secondo le tabelle diffuse in occasione della la relazione annuale dell’IVASS, Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, il premio medio per le autovetture ammonta a 419 euro (+7,2% sull’anno prima) mentre per i ciclomotori e motocicli, il premio medio ammonta a 289 euro (+8,5%), per cui, nel 2024, si evidenzia che l’Italia si conferma fra i paesi con i premi più alti.

«Il fatto che i prezzi reperiti sul comparatore ufficiale spesso non corrispondano alle offerte effettivamente disponibili sul mercato non giova al raggiungimento degli obiettivi di trasparenza e concorrenza che sono alla base della legge. Rammento inoltre che non è attualmente possibile offrire su Preventivass, accanto alla copertura base obbligatoria e a un piccolo numero di clausole aggiuntive, le garanzie accessorie più utilizzate, come incendio, furto, assistenza stradale, che interessano gran parte della clientela», sottolinea Luigi Federico Signorini, presidente IVASS.

Intanto, gli alti costi delle polizze RC auto sono al centro delle reazioni delle Associazioni dei consumatori, tanto che, a fronte di questi numeri, l’UNC, Unione Nazionale Consumatori, attraverso il suo presidente, Massimiliano Dona chiede di rivedere il Preventivass, il servizio di comparazione del costo delle polizze RC auto, perché, stando alla relazione annuale dell’IVASS, si continua a rilevare: «uno scarto significativo tra i prezzi esposti su ‘Preventivass’ e quelli, più bassi, poi effettivamente pagati dai consumatori.

Dal 2012 ci sono stati passi avanti, grazie alle liberalizzazioni che hanno aumentato la mobilità del consumatore togliendo l’obbligo della disdetta, mobilità che purtroppo manca in molti altri settori, a cominciare dalla telefonia. Il problema è che da allora non ci sono stati altri progressi altrettanto significati e che dal 2023 il premio RC auto è addirittura risalito. Si è poi addirittura registrato un grave peggioramento per quanto riguarda il comparatore pubblico ‘Preventivass’ che, a differenza del precedente, si limita a comparare i preventivi riferiti al solo contratto base RC auto, senza possibilità di aggiungere ad esempio furto, incendio, eventi atmosferici, copertura che ora ha subito aumenti esponenziali, rendendo il suo utilizzo poco utile e adeguato. Senza una seria, istituzionale e indipendente possibilità di confrontare i prezzi delle polizze in modo completo e affidabile, non vi può essere vera concorrenza.».

«Il mercato assicurativo italiano, dalla Rc Auto alle polizze vita Unit e Index Linked, non tutela più i cittadini, ma favorisce oligopoli e speculazioni. Sulla Rc Auto i premi aumentano, mentre i diritti calano. Le clausole vessatorie, la riparazione imposta presso riparatori di fiducia delle assicurazioni, il risarcimento diretto e il potere contrattuale delle compagnie hanno ridotto sensibilmente la concorrenza e la qualità delle prestazioni. Il settore assicurativo ha realizzato oltre 10 miliardi di utili complessivi, di cui più di 4 miliardi nel solo ramo danni: un record mondiale che rappresenta la cartina di tornasole della mancanza di reale concorrenza e di possibili speculazioni», dice Gabriele Melluso, presidente di Assoutenti, nel chiedere una riforma del sistema assicurativo e un’autorità indipendente.

«Con queste polizze RC auto gli automobilisti italiani continuano ad essere i più tartassati d’Europa. Nel confronto con il 2022 la crescita delle tariffe raggiunge quota +18,7%. Il prezzo medio di una polizza è passato, infatti, dai 353 euro di gennaio 2022, dato IVASS, ai 419 euro del 2024, con un aumento di ben 66 euro a polizza. Considerate le 33,5 milioni di auto assicurate in Italia, la crescita delle tariffe ha determinato nell’ultimo biennio una stangata complessiva da quasi 2,2 miliardi di euro a danno degli automobilisti italiani», spiega il Codacons.

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