Il bisogno di essere accettati, il piacere agli altri o la necessità di valere per impegnarsi con successo nella vita sociale e relazionale, sono diventati bisogni tanto importanti pari a quello della sopravvivenza.
di Giuseppina De Nicola —
L’essere umano è un animale sociale, nel corso dell’evoluzione, ha perfezionato competenze e abilità utili alla sopravvivenza e, al contempo, ha sviluppato motivazioni di ordine superiore per ottenere approvazione e sostegno.
Il bisogno di essere accettati, il piacere agli altri o la necessità di valere per impegnarsi con successo nella vita sociale e relazionale, sono diventati bisogni tanto importanti pari a quello della sopravvivenza. L’essere umano ha sviluppato in modo adattivo una sorta di timore verso le situazioni che lo espongono alla possibilità di ricevere un giudizio negativo o di essere rifiutato, ma come riconoscere la fobia sociale?
La fobia sociale, un disturbo d’ansia caratterizzato da ansia significativa indotta dall’esposizione a determinate situazioni interpersonali o di prestazione in pubblico, nelle quali l’individuo è esposto al possibile esame degli altri, comporta ansia e disagio stabili, in particolare un’ansia anticipatoria elevata nel caso ci sia un evento temuto imminente rispetto al quale si teme di fare “una figuraccia” (esami, riunioni importante, appuntamenti, ecc.) o forte ansia e disagio nel caso che dalla situazione sia impossibile sottrarsi, può essere riconosciuta al verificarsi dei seguenti stati d’animo:
- paura di essere giudicati;
- timore di manifestare sintomi d’ansia (sudare, arrossire, tremare);
- tendenza a evitare o a sopportare con forte paura le situazioni sociali;
- timori sproporzionati rispetto alla reale possibilità di essere giudicati negativamente.
Tutto ciò compromette il normale funzionamento in ambito sociale, lavorativo e personale dell’individuo che ne soffre tanto da far sì che il soggetto stesso tenda ad isolarsi.
Le cure possono essere di tipo farmacologico oppure psicoterapia come la Psico-educazione e gli
Esercizi anti-vergogna.
Molto aiutano le tecniche di rilassamento come anche la ristrutturazione cognitiva che aiuta il paziente a prendere consapevolezza dei suoi Bias-Cognitivi che lo portano a considerare come assolutamente veri alcuni pensieri negativi e a non invalidarli.