di Piero Mastroiorio —

In quella splendida cittadina che si distingue per la bellissima posizione nel Tavoliere hanno sempre saputo come tenere alto il livello dell’intrattenimento politico. Recentemente, 13 consiglieri comunali, mossi da un ardente desiderio di giustizia e, perché no, da un pizzico di voglia di protagonismo, hanno deciso di chiedere le dimissioni del Presidente del Consiglio comunale. La cosa ha suscitato in alcuni cittadini una serie di riflessioni e, se permettete, anche qualche risata.

Iniziamo con l’ovvio: la domanda di rito: chi è questo Presidente del Consiglio comunale e perché c’è tanto fervore attorno alla sua figura? Immaginate una donna persona incastrata in un soffocante ufficio, circondato da documenti che nessuno legge e da colleghi che si chiedono costantemente “perché siamo qui?”. Ecco, questo potrebbe tranquillamente essere il ritratto del nostro protagonista, un personaggio quasi mitologico che riesce ad affrontare le turbolenze della vita politica locale.

Ora, la richiesta di dimissioni è stata avanzata con un corollario di argomentazioni a dir poco affascinanti. I 13 consiglieri sembrano aver scoperto un misterioso manoscritto antico che, in qualche modo, li spinge a credere che le dimissioni del Presidente risolverebbero tutti i problemi della città. Le argomentazioni dei 13, al di là della loro ovvietà, sono il vero piatto forte di questo spettacolo. “Il presidente non garantisce, non è imparziale!” proclamano in coro, come se avessero recitato una delle più celebri arie dell’operetta italiana. La domanda è un’obbligo: quanti di loro sono realmente in grado di sostituirlo senza ridere?
Dal canto loro, sembra che abbiano già preparato una lista di nomi che potrebbero farsi avanti. Stando ai meglio informati, nella lista, pare, ci sia, anche il nome del postino, perché si districa bene con le lettere.

È affascinante osservare come questo dramma si stia svolgendo in pubblico, quasi che il consiglio comunale avesse deciso di trasformarsi in un reality show. Aggiungendo un po’ di musica di sottofondo, una telecamera pronta a catturare ogni momento, con i cittadini come comparse, un po’ di urla, i colpi di scena e, ovviamente, il tradizionale momento in cui un consigliere perde la calma e grida: “Chi si tu p’ giudcà?“, per i non italiani, “chi sei tu per giudicare?”, l’operetta tutta sanseverese “Dimissioni nel paese dei campanili” potrebbe essere un grande successo per le emittenti di rango, nonchè, una grande emozione per gli eccelsi comunicatori in cerca di like.

Palazzo Celestini

Dobbiamo comunque considerare la tempistica di questa richiesta, dopo “u fstacchion“, rinato e splendido solo su alcune pagine “faisbuch“, i nostri magnifici 13, forse, in cerca di visibilità, hanno deciso di lanciarsi nell’impresa, sognando una specie di rinascita politica, come quando il sole rifà capolino dopo una lunga e grigia giornata di pioggia.

Naturalmente, non possiamo dimenticare l’aspetto sociale di questa faccenda. I cittadini di San Severo, nel frattempo, si stanno chiedendo come mai tutto questo trambusto. Davvero le dimissioni del presidente cambieranno qualcosa? Sarà come cambiare un singolo tassello in un puzzle che, a quanto pare, ha pezzi di dimensioni diverse? I cittadini, abituati a ben altre calamità, stanno già preparando i popcorn per il prossimo consiglio comunale.

Concludiamo con una nota di ottimismo: se i 13 consiglieri riusciranno veramente a far dimettere il presidente, potrebbe essere l’inizio di una nuova era. Una sorta di rivoluzione comunale dove ogni consigliere diventa un piccolo Napoleone, pronto a conquistare il proprio territorio. La città potrebbe addirittura fiorire, con le idee brillanti di ogni singolo componente.

In definitiva, questa storia delle dimissioni è una splendida rappresentazione della commedia umana che si svolge nei corridoi del potere. Non ci resta che guardarci intorno e goderci lo spettacolo. Chissà, magari un giorno scriveremo, anche noi, un copione su questa epica avventura. Nel frattempo, accontentiamoci delle risate e, perché no, di una bella tazza di caffè mentre seguiamo, da spettatori, ciò che accade, affacciati alle nostra storica finestra su Palazzo Celestini, godendo del bel tramonto, che, come dice la massima, “rosso di sera bel tempo si spera!“.

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