Secondo il Rapporto Coop 2022, il 57% si dichiara in difficoltà a pagare l’affitto, il 26% pensa di sospendere o rinviare il pagamento, per luce e gas, 1 consumatore su 3, entro Natale, potrebbe non coprire più le spese per le utenze, con il 41% che si dice già molto attento ad accendere le luci il meno possibile, il 30% consapevole di dover ridurre il riscaldamento domestico.

di Redazione —

Secondo quanto emerge dall’anteprima digitale del “Rapporto Coop 2022 – Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani”, realizzato dall’Ufficio Studi di Ancc-Coop, Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori, che ha lanciato l’allarme circa la crescita della povertà alimentare, la decrescita del commercio internazionale decresce e l’emergenza climatica, ormai drammatiche quotidianità, che vedono l’Italia in un inevitabile peggioramento delle sue previsioni di crescita, che si attestano a +3,2% per il 2022 e +1,3% per il 2023, con una perdita media del potere d’acquisto delle famiglie italiane, per l’anno in corso, stimata in 2.300 €

Nel rapporto si legge, di come, tra costo della vita e stipendi medi, l’Italia sia il fanalino di coda tra le principali economie europee. 1 occupato su 5, tra quelli che hanno contratti part time, è oggi a rischio povertà, era 1 su 6 nel 2010 ed 1 dipendente su 10 full-time corre lo stesso rischio. Sono 900.000, in Italia, i lavoratori che guadagnano meno di 1.000 € al mese, il doppio rispetto a 15 anni fa.
Detto questo la domanda è quasi spontanea: quali sono le maggiori preoccupazioni dei cittadini?
Secondo l’indagine gli italiani mettono al 1° posto delle preoccupazioni l’emergenza generata dalla crisi climatica. Il 38% ritiene che il prossimo accadimento epocale sarà proprio per questa, il 56% ritiene che questa emergenza debba avere la massima priorità a livello nazionale e internazionale ed è ancora la preoccupazione ambientale ad avere il maggiore impatto sul loro stato d’animo; lo afferma il 39%.
I temi ambientali arrivano, dunque, prima della temuta inflazione, mentre il dilemma della bolletta pesa come un macigno sulle famiglie già a corto d’ossigeno, tanto che nell’indagine, il 57% dichiara già oggi la difficoltà di pagare l’affitto e il 26% pensa di sospendere o rinviare il pagamento. Restringendo il campo a luce e gas, 1 consumatore su 3, entro Natale, potrebbe non coprire più le spese per le utenze: il 41% si dice già molto attento ad accendere le luci il meno possibile, il 30% è già consapevole di dover ridurre il riscaldamento domestico e molti consumatori si sono abituati ad un uso razionale degli elettrodomestici.

Riguardo la filiera del cibo, l’indagine rivela come l’inflazione qui picchi più duramente, seppur meno che in altri Paesi europei: +10% in Italia, a fronte del +13,7% della Germania, osservando: «Negli stessi Paesi già si registrano i primi cali nei volumi di vendita, che la calda e lunga estate italiana ha per il momento frenato, complici le temperature e il turismo. Sono 24.500.000 gli italiani che, nonostante l’aumento dei prezzi, non sono disposti a scendere a compromessi nelle loro scelte alimentari e nei prossimi mesi prevedono di diminuire la quantità, ma non la qualità del loro cibo.».
Ritorna anche il cooking time, sperimentato nei vari confinamenti, dove si passa più tempo a preparare i pasti e ci si impegna a sperimentare nuovi piatti. Al tempo stesso, il cibo a cui non si intende rinunciare sembra essere, soprattutto, quello più sobrio e basico. In calo il cibo gourmet, il ready to eat, il biologico e l’etnico. Per la grande distribuzione italiana, secondo l’indagine, «si profila per un futuro denso di incognite, schiacciata da un lato dall’incremento dei prezzi e dal caro energia e dall’altro dalla necessità di attutire l’impatto dei prezzi sui portafogli delle famiglie.».

«Dati drammatici. La priorità del Governo Draghi e anche del prossimo deve essere quella non solo di bloccare gli imminenti aumenti di luce e gas, ma di ridurre le bollette, essendo già insostenibili al livello attuale, sia per le famiglie che per le imprese. Ricordiamo, infatti, che anche se a ottobre i prezzi restassero quelli attuali, la luce sarebbe più cara rispetto al quarto trimestre 2021 del 39,8%, il gas del 27,6%», dice il presidente dell’UNC, Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona, che spiega: «Per questo speriamo che il Governo azzeri tutte le imposte che ancora ci sono sull’energia: IVA, oggi, al 5% per il gas e al 10% per la luce, addizionali regionali e accise. Va subito rinviata la scadenza del mercato tutelato del gas prevista per il 1° gennaio 2023, allineandola, come chiede ARERA, a quella della luce, programmata invece per il 10 gennaio 2024. Vanno adeguati gli stipendi e le pensioni al vero aumento del costo della vita. Se non si fanno queste cose le famiglie e le imprese andranno in default.».

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