LI.SI.PO.: «Crediamo sia lecito domandare al Signor Ministro dell’Interno, da cui il Dipartimento della Pubblica Sicurezza dipende: Lei che è al vertice della nostra amata Istituzione e che può dire la Sua nelle appropriate sedi politiche, faccia qualcosa per tutelare le donne e gli uomini della Polizia di Stato e metterli in grado operare nel migliore dei modi, garantendo dignità e rispetto ai Suoi dipendenti e Sicurezza alla Nazione. Grazie per quanto vorrà fare in tale senso. Sperando in un sollecito riscontro….».

di Redazione —

«Premettendo espressione viva di amor di Patria, alto senso del dovere ed appartenenza netta ai più alti valori civili e fondanti della Polizia di Stato, presidio di legalità e sicurezza, nonché rispetto massimo alle Istituzioni Statali, il LI.SI.PO., Libero Sindacato di Polizia, avverte forte imparzialità verso la Polizia di Stato e le sue sorti, proprio da parte di coloro che le Istituzioni rappresentano ai più alti ranghi. Ad avviso del LI.SI.PO. sembrerebbe stesse realizzandosi una situazione di avversità da parte di certa parte politica contro la Polizia di Stato. Quasi un’ostilità repressa che pian piano vuole realizzare la sua rivincita, laddove certa politica, portata avanti da persone con retaggio formativo-culturale discordante, con il rispetto delle Leggi dello Stato ha sempre dipinto le Forze dell’Ordine come avversario delle libertà e quant’altro…
A suffragare tale convincimento, che il Libero Sindacato di Polizia spera venga smentito nei fatti, sembrerebbe bastare la somma degli eventi che, di fatto, hanno influenzato ed influenzano il Corpo della Polizia di Stato ed il suo funzionamento.

Per opera del piano di revisione pluriennale della dotazione organica complessiva dei ruoli della Polizia di Stato, la riduzione del numero di appartenenti alla Polizia di Stato dalle originarie 117200 unità previste nel 1989 (con una popolazione nazionale di 56 649 201 persone), era già rideterminato al 28 agosto 2015 in 106.242 unità (per una popolazione di 60.295.497).
Per effetto della “Riforma MADIA” con la “razionalizzazione” delle Forze Armate sul territorio nazionale e alle frontiere marittime (che ha operato la cessazione della Polizia Marittima attribuendone le mansioni in via esclusiva alla Guardia di Finanza), il personale della Polizia di Stato oggi operante nelle varie dislocazioni territoriali è ulteriormente diminuito di circa ottomila unità (per servire una popolazione di 59.257.566 cittadini).
Da ultimo, sono stati soppressi uffici di Polizia periferici, ma non per questo poco importanti, come Posti Polfer, Sottosezioni di Polizia Stradale e di presidi di Polizia di Frontiera, non tenendo conto della percezione di sicurezza e legalità che l’utenza avvertiva con la loro presenza.
Non bisogna andare nei piccoli centri per verificare quanto asserito, basti considerare che alcuni Commissariati di Pubblica Sicurezza, anche a Roma, per mancanza di personale Ufficiale di P.G., specialmente nei giorni festivi o nelle ore serali e notturne, non potendo ricevere le denunce, sono costretti a chiudere gli uffici al pubblico con l’invito a ripresentarsi in giorni diversi o a rivolgersi ad altri uffici disponibili.
Chiediamo pertanto al Signor Ministro dell’Interno: “Se c’è, batta un colpo!”.

Allo stato attuale – lamenta ancora il Libero Sindacato di Polizia – non abbiamo tutela giuridica per cui, ad esempio, qualora facinorosi danneggiassero i mezzi della Polizia, l’Amministrazione si potrebbe costituire parte civile, facendo così ricorso all’Avvocatura dello Stato per il risarcimento dei danni; ma se venisse ferito un collega in servizio, il povero malcapitato dovrebbe pagarsi un avvocato ed instaurare una causa privatamente -come se l’eventuale episodio non fosse avvenuto nel mentre agisce in nome e per conto dello Stato per cui presta servizio.

Presidente Nazionale LI.SI.PO.

Ed ancora:

  1. Il contratto collettivo è scaduto da oltre due anni e non si vede luce per la data della concertazione.
  2. Ad aggiungersi all’elenco delle cose che il LI.SI.PO. ritiene vadano risolte in modo celere, vi è la mancata dotazione delle divise operative, con relativi accessori, a tutto il personale della Polizia di Stato, anche a quello impiegato normalmente negli uffici, poiché, allorquando chiamati ad assolvere ai normali compiti istituzionali in rinforzo, come ad esempio presso le località turistiche con maggiore affluenza, o per grandi eventi, non sempre i magazzini VE.CA. riescono a far fronte alle richieste dei singoli operatori di P.S. (capi di abbigliamento, scarpe e taglie adeguate).
  3. Ad oggi, benché ci siano solo promesse di future prossime dotazioni, il personale operante su strada è sprovvisto dei Taser, ciò continua ad esporre i Poliziotti allo scontro fisico con eventuali rivoltosi e minacciosi.
  4. Nel mese di Dicembre 2020 è stato chiesto ai dipendenti che lavorano in abiti civili, come nelle Direzioni Centrali, di anticipare la somma di 220 Euro per i capi di abbigliamento, da acquistarsi presso esercizi commerciali e di presentarne relativa documentazione con richiesta di rimborso entro il 23 Dicembre 2020, per consentire all’Amministrazione la chiusura del bilancio annuale: ad oggi sono ancora in molti ad attendere il rimborso.
  5. Essendo scaduta la convenzione Consip, che tramite la società “Repas” gestiva i buoni pasto in favore dei colleghi aventi diritto, dal bimestre marzo – aprile 2021 è sospesa la somministrazione dei buoni pasto maturati, in attesa che le Amministrazioni aderiscano al nuovo contratto tra la Consip e la subentrante società Endered. Considerato che a tutto il 27 luglio 2021 devono ancora essere distribuite le relative nuove tessere elettroniche, probabilmente i termini per l’attribuzione pro-capite dei buoni spettanti slitteranno a settembre prossimo.

In conclusione, crediamo sia lecito domandare al Signor Ministro dell’Interno, da cui il Dipartimento della Pubblica Sicurezza dipende: Lei che è al vertice della nostra amata Istituzione e che può dire la Sua nelle appropriate sedi politiche, faccia qualcosa per tutelare le donne e gli uomini della Polizia di Stato e metterli in grado operare nel migliore dei modi, garantendo dignità e rispetto ai Suoi dipendenti e Sicurezza alla Nazione. Grazie per quanto vorrà fare in tale senso. Sperando in un sollecito riscontro…», si legge nella lettera aperta inviata dalla Segreteria Nazionale del LI.SI.PO., Libero Sindacato di Polizia, al ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese.

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