Anche in Europa si stanno verificando forme di desertificazione ed in Italia il 10% del territorio è a rischio, dove le regioni meridionali risultano essere quelle maggiormente devastate dal fenomeno: Sicilia 42,9% della superficie regionale, Molise e Basilicata, 24,4%, Sardegna; 19,1%, per questo il CNDDU propone agli studenti, per il prossimo anno scolastico, di analizzare le principali aree di desertificazione del Mondo, rapportandole alla situazione italiana.  

di Romano Pesavento – Presidente CNDDU

Il CNDDU, Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, in occasione della Giornata Mondiale per la Lotta alla Desertificazione e alla Siccità 2021 (World Day to Combat Desertification and Drought 2021), che cade oggi 17 giugno 2021, istituito dall’Assemblea generale dell’ONU con risoluzione A/RES/49/115 il 19 dicembre 1994, intende evidenziare la necessità di integrare l’azione educativa con le politiche di transizione ecologica nel sistema scolastico, al fine di rendere più responsabili e consapevoli i giovani circa i rischi connessi all’avanzamento della desertificazione.
Dalla Conferenza di Rio del 1992 sullo stato di salute dell’ambiente svariati report e conferenze scientifici hanno rilevato un sviluppo progressivo della desertificazione, cioè la degradazione delle terre in aree aride, semi aride, e subumide, a causa di molteplici motivi connessi all’attività umana e alla variazione climatica: l’espansione delle terre coltivate; le pratiche di gestione del territorio non sostenibili; l’uso di pratiche agricole dannose; una maggiore pressione sulla terra da parte della popolazione e della crescita del reddito che spinge in funzione di nuovi bisogni con dispendio energetico non indifferente; d’altro canto, invece, la povertà sta limitando sia la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici sia la disponibilità di risorse finanziarie da investire nella gestione sostenibile del territorio (Special report on climate change and landch. Desertification)

La desertificazione come tutti i fenomeni collegati all’ecosistema non corrisponde esattamente a un interruttore, il cui pulsante possa determinare la fine o l’inizio immediato di un effetto.
Il lago di Aral in Medio Oriente, World of Change: Shrinking Aral Sea – NASA Earth Observatory e il lago Ciad in Africa, sulle cui sponde si sta vivendo la crisi umanitaria più complessa dei nostri giorni, sono due tragiche testimonianze dell’impatto umano sull’ambiente con conseguenziale desertificazione delle aree di riferimento.
La crescita dell’aree aride determina una spirale negativa sulla biodiversità e sul ciclo delle acque con conseguenze pesantissime sulla possibilità di sopravvivenza di molteplici specie e dell’uomo stesso.
Anche in Europa si stanno verificando forme di desertificazione ed in Italia il 10% del territorio è a rischio, dove le regioni meridionali risultano essere quelle maggiormente devastate dal fenomeno: Sicilia 42,9% della superficie regionale, Molise e Basilicata, 24,4%, Sardegna; 19,1%.
«Il 2021 è un anno decisivo per affrontare l’emergenza climatica globale. La scienza è chiara: per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi centigradi, dobbiamo ridurre le emissioni globali del 45% entro il 2030 dai livelli del 2010. È un allarme rosso per il nostro Pianeta. I governi non sono neanche lontanamente vicini al livello di ambizione necessario per limitare i cambiamenti climatici a 1,5 gradi e raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi. I principali Paesi, responsabili delle emissioni, devono intensificare gli obiettivi di riduzione delle emissioni per il 2030. Questo deve avvenire prima della Conferenza sul clima delle Nazioni Unite di novembre a Glasgow», dice Antonio Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite.
C’è molta attesa proprio per la Conferenza sul clima 2021 delle Nazioni Unite, che si terrà nella città di Glasgow dall’1 al 12 novembre 2021 dedicata ai cambiamenti climatici, COP26 e dello stato di attuazione della Convenzione contro la desertificazione, (UNCCD – United Nations Convention to Combat Desertification in Those Countries Experiencing Serious Drought and/or Desertification, particularly in Africa, testo del 17 giugno 1994. In Italia è stato istituito con DPCM del 26 settembre 1997, presso il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, oggi, Ministero della Transizione Ecologica, il CNLDS, Comitato nazionale per la lotta alla siccità e alla desertificazione, con il compito di coordinare le azioni in coerenza con gli obiettivi della convenzione. Inoltre anche la Commissione europea nel corso degli anni si è impegnata a favorire un uso più sostenibile del terreno e del suolo con molteplici iniziative, informative e operative, Orientamenti in materia di buone pratiche per limitare, mitigare e compensare l’impermeabilizzazione del suolo.
In occasione della Giornata internazionale per la lotta alla desertificazione e alla siccità il Vice Segretario Generale ONU, Amina Mohammed, dopo aver analizzato le conseguenze nefaste del fenomeno, ha proposto una serie di obiettivi da raggiungere entro il decennio in corso: ambizione sul ripristino del territorio; soluzioni per sostenere gli sforzi di ripresa da COVID-19 e affrontare la crisi climatica; finanziamenti giusti, per aumentare il ripristino del territorio e tradurre gli impegni in azioni; misurare le risorse territoriali e gli ecosistemi per valutarli, attraverso le Osservazioni del Vice Segretario Generale ONU all’evento di alto livello sulla desertificazione.
IL CNDDU propone agli studenti nel corso del prossimo anno scolastico di analizzare le principali aree di desertificazione del Mondo rapportandole alla situazione italiana. Il progetto “Oasi verdi digitali”, ideato dal Coordinamento, si propone di individuare in ogni scuola un presidio per la difesa dell’ambiente e contrasto alla desertificazione in modo da diventare protagonisti attivi della ventura COP26.

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