L’AGCOM, a seguito dell’orario ridotto degli Uffici postali, che non hanno ripreso la piena operatività dopo l’allentamento delle restrizioni collegate alla pandemia, ha emesso un atto di indirizzo con il quale ingiunge a Poste Italiane il rispetto dei principi di continuità e capillarità del servizio universale postale.

di Redazione —

L’AGCOM, Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, prospetta sanzioni nei confronti di Poste Italiane dopo la rimodulazione e la limitazione degli orari ed aperture degli uffici postali, cosa che ha creato grandi disagi, soprattutto, per alcune fasce della popolazione come gli anziani.
L’AGCOM nell’atto di indirizzo, emesso nei confronti di Poste Italiane, in cui ingiunge alla società il rispetto, come fornitore del servizio universale, dei princìpi di continuità e capillarità del servizio universale postale, si legge che «qualsiasi rimodulazione o chiusura non conforme degli uffici postali, anche se comunicata, verrà considerata al pari di una violazione e configurerà pertanto una condotta sanzionabile ai sensi della normativa vigente.». Quindi, AGCOM, invita Poste Italiane, in qualità di fornitore del servizio universale postale, «ad attenersi al rigoroso rispetto del quadro normativo vigente, evidenziando che qualunque tipo di rimodulazione o chiusura non conforme, ancorché comunicata, verrà considerata come un’autonoma violazione, anche ai fini dell’applicazione delle relative sanzioni.».

L’AGCOM considera che «i principi di continuità e di capillarità sono essenziali a garantire l’erogazione del servizio universale postale», quindi «qualunque “rimodulazione” (comunque denominata) e/o “chiusura”, temporanea o definitiva che sia, deve essere necessariamente effettuata nel rispetto dei presupposti e delle procedure previste in materia a livello normativo o regolamentare.».
Qualunque comunicazione di chiusura fatta al di fuori di quelle previste dalle norme, per attivare chiusure temporanee o rimodulazioni definitive degli uffici postali «non consentirebbe in alcun modo di considerare assolti gli obblighi connessi all’erogazione del servizio universale, dovendosi al contrario ritenere in concreto violati i predetti principi di continuità e di capillarità del servizio.».
Oltre all’AGCOM, che si è pronunciata su una condotta aziendale più volte sanzionata, è da segnalare l’intervento sulla ridotta operatività degli uffici postali, sollecitato da Federconsumatori, che sottolineando, come queste chiusure o limitazioni di servizio abbiano portato disagi agli utenti anche perché sono continuate anche dopo l’allentamento delle restrizioni collegate al Covid, spiega: «Sono molti i casi in cui, infatti, non è stata ripristinata la piena attività dopo l’attenuazione delle restrizioni dovute alla pandemia. Se nei periodi di più grave emergenza sanitaria è stato inevitabile limitare orari e giorni di ricevimento, è stata invece incomprensibile la scelta di estendere le aperture ridotte anche nei mesi successivi, quando il miglioramento del quadro epidemiologico ha consentito la decadenza della maggior parte delle limitazioni precedentemente applicate.».
A farne le spese sono stati i piccoli centri e le persone più fragili e meno avvezze all’uso della tecnologia, come dice Federconsumatori: «Le rimodulazioni di orari e aperture hanno causato e continuano a provocare notevoli disagi, soprattutto nei piccoli centri; le maggiori difficoltà, inoltre, si sono presentate per le fasce più vulnerabili della popolazione, in primis anziani e altri soggetti che non abbiano la possibilità di usufruire dei servizi in versione digitale. L’intervento dell’Authority costituisce un significativo passo avanti nella tutela dei cittadini e rafforza ulteriormente la nostra iniziativa volta ad impedire che arbitrarie decisioni aziendali ledano il diritto degli utenti ad usufruire di un servizio qualitativamente adeguato, completo ed efficiente.».

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