ZULLO: «Il DDL sull’Autonomia del Governo Meloni, proposto dal ministro Calderoli, punta solo a dare attuazione agli articoli 116 e 119 della Costituzione, così come modificati dal Governo D’Alema. Senza D’Alema il tema dell’Autonomia non sarebbe esistito… C’è di più: sapete chi ha legiferato la norma di attuazione degli articoli 116 e 119 della Costituzione? Presto detto: Enrico Letta… È bene ricordare che il 28 Febbraio 2018 sono stati siglati Accordi Preliminari tra Governo e Regione Lombardia, Regione Veneto e Regione Emilia Romagna. Si badi bene, quella Emilia Romagna governata da Bonaccini, il quale, fino a qualche giorno fa, candidato alle primarie del PD, per non perdere i voti del Sud rinnegava l’Autonomia. Chi rappresentava il Governo il 28 Febbraio 2018? Gentiloni, del PD.».

di Redazione —

«Emiliano la smetta di mescolare nel torbido quotidianamente in cerca di una visibilità nazionale per accaparrarsi le simpatie della segretaria nazionale del suo partito eletta alle primarie del PD e avversata da lui. È difficile chiedergli sia pure allo scadere del mandato se riesce a iniziare a lavorare per i pugliesi che lo hanno eletto perché risolvesse i loro problemi, non perché andasse di ospitata in ospitata in tv.
L’ultima uscita sull’Autonomia va esattamente in questo senso, cerca visibilità sperando di confondere i meridionali, ai quali strizza l’occhio, magari in vista delle Europee: il DDL sull’Autonomia del Governo Meloni, proposto dal ministro Calderoli, punta solo a dare attuazione agli articoli 116 e 119 della Costituzione, così come modificati dal Governo D’Alema.
Senza D’alema il tema dell’Autonomia non sarebbe esistito. Emiliano, quindi, se vuole davvero parlare di Autonomia deve dire la verità: ovvero che se oggi ne parliamo e il Governo legifera è perché lo prevede la Costituzione così come modificato dalla sinistra con il governo a guida D’Alema.

C’è di più: sapete chi ha legiferato la norma di attuazione degli articoli 116 e 119 della Costituzione? Presto detto: Enrico Letta, il suo, fino a pochi giorni fa, segretario nazionale. Infatti, il governo Letta, con la ‘Finanziaria 2014’ (art.1, comma 571), ha disciplinato l’iter dell’Autonomia differenziata delle regioni, ma è bene ricordare che il 28 Febbraio 2018 sono stati siglati Accordi Preliminari tra Governo e Regione Lombardia, Regione Veneto e Regione Emilia Romagna. Si badi bene, quella Emilia Romagna governata da Bonaccini, il quale, fino a qualche giorno fa, candidato alle primarie del PD, per non perdere i voti del Sud rinnegava l’Autonomia. Chi rappresentava il Governo il 28 Febbraio 2018? Gentiloni, del PD. Non solo, il ‘DDL Calderoli’ nelle norme transitorie ha previsto che le istanze presentate con accordi sottoscritti tra i Presidenti di Regione Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna proseguono il loro iter. Se Bonaccini fosse stato davvero contro avrebbe potuto ritirare la propria istanza ed invece no! Ad oggi è là e, proseguirà il suo corso, Emiliano, sostenitore di Bonaccini lo sapeva benissimo, ma non lo dice. Del resto, in Puglia, lo stesso Emiliano non voleva essere da meno rispetto ai suoi colleghi di Lombardia, Veneto ed Emilia ed ecco che il 24 luglio 2018 emana una delibera, DGR n° 1358, così titolata: “Redazione di una proposta di iniziativa per la determinazione di forme e condizioni particolari di autonomia della Regione Puglia sulla base dell’art. 116, comma 3, della Costituzione”.

La verità è che l’Autonomia tende a responsabilizzare i pubblici amministratori rispetto alla gestione delle risorse che vengono affidate, forse, è per questo che Emiliano la ostacola», è la replica di Ignazio Zullo, senatore di Fratelli d’Italia al presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, che, riguardo l’Autonomia differenziata regionale, così si esprimeva: «La Puglia ha espresso parere contrario al ddl Calderoli e ne ha chiesto il ritiro. Abbiamo l’impressione della continua accelerazione su un processo del quale non si conosce l’esito. Si rischia di avere a breve un Paese nel quale un’impresa, una famiglia, un cittadino, muovendosi sul territorio nazionale rischia di avere come interlocutore, per materie importantissime, a volte lo Stato e a volte le Regioni, sia dal punto di vista legislativo, che amministrativo. Si rischia di stritolare tutti i comuni italiani sotto il peso di regioni che diventeranno onnipotenti. Questo non corrisponde al disegno del legislatore costituzionale e neanche a un criterio di buona amministrazione. Per queste ragioni, la Puglia, a tutela dei comuni e a tutela dell’unità nazionale, ha chiesto il ritiro del ddl Calderoli.».

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