Il Consiglio dei Ministri proroga il taglio delle accise sui carburanti, mentre l’UNC chiede, al prossimo Governo un intervento sul caro-bollette e caro-benzina, il Codacons ritiene la misura “non più sufficiente”.

di Redazione —

Come informa una nota ANSA, il Consiglio dei Ministri, con il decreto legge approvato lo scorso 19 ottobre 2022, ha prorogato al 18 novembre 2022 il taglio delle accise sui carburanti, misura che, secondo il Codacons, «non risolve il problema dei prezzi, né frena l’escalation dei listini alla pompa di benzina e gasolio», come spiega il suo presidente, Carlo Rienzi: «La misura del taglio delle accise è un palliativo che non affronta in modo efficace il problema dei carburanti, con i listini alla pompa che sono tornati a salire a ritmo costante. Oggi il gasolio costa circa il 20% in più rispetto ad inizio anno e la ripresa dei prezzi dei carburanti avrà effetti diretti sui prezzi al dettaglio, aggravando la già astronomica inflazione. Di fronte a tale situazione, limitarsi a prorogare ogni mese il taglio delle accise non è più sufficiente. L’emergenza va risolta in modo serio senza ricorrere a misure tampone, attraverso provvedimenti in grado di bloccare la crescita dei prezzi alla pompa di benzina e gasolio sul lungo periodo e combattere le speculazioni che incidono sui listini finali.».

«Il prossimo Governo dovrà come primo atto intervenire sia contro il caro benzina che sul caro bollette e non potrà limitarsi a rinnovare fino a fine anno la diminuzione di 25 cent delle accise, ma dovrà ampliarla, anche retroattivamente», ribatte Massimiliano Dona, presidente dell’UNC, Unione Nazionale Consumatori, sottolineando: «Per i carburanti, secondo il dato settimanale di martedì del Mite, non solo il gasolio ha sfondato nuovamente la soglia di 1,8 €/l, ma ha registrato il 3° maggior rincaro settimanale di sempre, oltre 9 cent al litro, pari a 4,68 € a rifornimento. Un aumento dovuto al taglio della produzione di appena 100.000 barili di petrolio al giorno decisa a settembre dai Paesi Opec+. È evidente che a novembre, quando la riduzione salirà a ben 2.000.000 di barili, saranno guai.».

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