L’arrivo della ‘Disability Card’, richiedibile sul sito dell’INPS, è previsto da aprile 2022 e permetterà alle persone con disabilità di accedere ai servizi lasciando a casa i certificati, ma, come si domandano i pediatri della SIPPS, anche i bambini potranno riceverla?

di Redazione —

Annunciata per il mese di aprile 2022 la Disability Card, una tessera con foto e QR Code con tutti i dati, nel rispetto della privacy e della riservatezza, per dimostrare la propria condizione di disabilità, che andrà a circa 4.000.000 di persone che hanno tra il 67% e il 100% di invalidità e permetterà loro di accedere a una serie di servizi lasciando a casa certificati vari. Sarà una tessera unica che promette di garantire un più facile accesso alle persone con disabilità ai servizi e la riduzione della burocrazia, in regime di reciprocità con gli altri Paesi della UE, contribuendo così alla loro piena inclusione nella vita sociale delle comunità.

La Disability Card, che dovrebbe essere uguale in tutti i Paesi aderenti, ad oggi, Belgio, Cipro, Estonia, Finlandia, Malta, Slovenia, Romania e Italia, presentata nei giorni scorsi dal Ministero per la disabilità e dall’INPS, che rientra nel progetto EU Disability Card, che trae origine dalla Strategia dell’Unione Europea 2010-2020 in materia di disabilità, ha l’obiettivo, appunto, di introdurre una tessera che permetta l’accesso alle persone con disabilità a una serie di servizi gratuiti o a costo ridotto in materia di trasporti, cultura e tempo libero sul territorio nazionale in regime di reciprocità con gli altri Paesi della UE.  

La richiesta della Disability Card, che sostituisce i verbali e gli altri documenti cartacei delle diverse amministrazioni, per la certificazione della propria condizione di disabilità attraverso un codice QR, che prevede anche la spedizione di un documento plastificato e, in una seconda fase, anche una versione digitale del documento, come si diceva, sarà possibile da aprile 2022 sul sito dell’INPS per diverse categorie, anche per i bambini?

È la domanda che lo scorso 3 dicembre 2021, in occasione della Giornata delle persone con disabilità, i pediatri della SIPPS, Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale, che hanno realizzato la guida “Includendo 360, dedicata alla disabilità in età pediatrica, elaborata insieme alla SIP, Società Italiana di Pediatria, hanno rivolto al ministro per le disabilità, Erika Stefani.
«Un bambino di 10 anni che ha una invalidità al 100% con accompagno riceverà la ‘Disability Card’? In sua vece chi potrà usarla, il genitore/tutore? Non lo sappiamo ancora e ci chiediamo se questo strumento riguarderà anche i minori under 18?», a porre tali interrogativi è Marina Aimati, medico di Medicina Generale della SIPPS e coordinatrice dei i lavori di realizzazione della guida ‘Includendo 360’, nonché, mamma di un ragazzo di 24 anni con disabilità, che ha sottolineato: «Ci sembra di capire che la ‘Disability Card’ sia un progetto aperto, per questo motivo come SIPPS, in occasione della ‘Giornata internazionale delle persone con disabilità’,   garantiamo al ministro per le Disabilità, Erika Stefani, la nostra massima collaborazione per un confronto fruttuoso sul tema della disabilità in età pediatrica. Mettiamo a disposizione la prima guida sulla disabilità per la famiglia, ‘Includendo 360’, che sarà nuovamente presentata al primo convegno nazionale ‘Includendo 360’ che si terrà a maggio ad Ancona. Ci piacerebbe, alla luce della ‘Disability Card’, poter inserire tutte le novità previste per la Pediatria, e nel caso in cui non ce ne fossero mettiamo a disposizione del ministero tutte le nostre competenze e conoscenze.».
«Spesso la disabilità viene nascosta», dice il presidente SIPPS, Giuseppe Di Mauro, che, concludendo, spiega: «Inclusione significa condivisione e conoscenza, perché spesso è proprio la mancanza di conoscenza che fa allontanare le persone che non sanno come gestire le situazioni di fragilità. Più si va avanti con l’età peggio è. Un bambino disabile è contornato da tanto amore, crescendo invece diventa un adulto scomodo. Noi vorremmo non essere più scomodi.».

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