di Redazione —

Uno studio, “In che modo le famiglie hanno adattato il loro comportamento di spesa e di risparmio per far fronte all’elevata inflazione?”, diffuso lo scorso 20 marzo 2024, dalla BCE, Banca Centrale Europea, sulla base dei dati del CES, Consumer Expectations Survey, della stessa BCE, rivela come quasi sette famiglie su dieci hanno modificato i consumi, riducendo, anche, la quantità e qualità della spesa, oltre quattro su dieci hanno usati i risparmi e una quota minore, poco meno di un terzo, ha cercato di far salire le entrate, facendo, anche, straordinari e lavori extra, nonché, strategie per affrontare la crisi dell’inflazione e il caro prezzi.

«Lo shock inflazionistico ha influenzato il comportamento dei consumatori e ha pesato sulla loro spesa. In generale, i consumatori adottano strategie diverse per far fronte all’aumento dei prezzi: adeguando i consumi, riducendo i risparmi e/o aumentando il reddito. La strategia principale utilizzata dai consumatori per far fronte all’inflazione è quella di adeguare i propri consumi», spiega la Banca Centrale Europea nel focus, sottolineando come ci sia stata una «diminuzione del tasso di risparmio negli ultimi due anni. Il calo è stato principalmente determinato dall’aumento della spesa per attività ricreative e viaggi, piuttosto che per beni di prima necessità, per i quali c’è stata una riduzione, sia nella quantità che nella qualità degli acquisti di questi beni di prima necessità, in linea con i cambiamenti nel comportamento di spesa delle famiglie.».

«Le famiglie si arrabattano e si arrampicano sugli specchi pur di arrivare a fine mese. Ma se il 28% di chi modifica i propri consumi è costretta a ridurre le quantità, anche di spese obbligate come quelle alimentari, come denunciamo ogni volta in occasione dei dati Istat sulle vendite al dettaglio, è chiaro che la situazione è diventata drammatica, con conseguenze nefaste anche per la crescita del Paese, visto che i consumi delle famiglie rappresentano il 60% del PIL», le parole di Massimiliano Dona, presidente dell’UNC, Unione Nazionale Consumatori, che fotografano le difficoltà delle famiglie, a cui hanno fatto eco quelle di

Anna Rea, presidente nazionale di ADOC, Associazione Nazionale per la Difesa e l’Orientamento dei Consumatori, che ha spiegato: «La Banca centrale europea sigilla le difficoltà delle famiglie alle prese con il carovita. Oggettivamente i consumatori sono con le spalle al muro. Alla Meloni diciamo: di quale Paese parla, quando sostiene che la povertà è sparita e che bisogna essere fieri dei risultati dell’Italia? Il Governo in tutto questo dov’è? All’Esecutivo chiediamo di intervenire in modo più incisivo sui prezzi per far ripartire consumi, commercio ed economia. Le politiche, attuate fino ad ora, sono risultate fallimentari.».

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