di Piero Mastroiorio —

L’ISTAT, Istituto di Statistica Nazionale, stima che, a gennaio 2024, il NIC, indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,3% su base mensile e di 0,8% su base annua, confermando di fatto la stima preliminare, pari a +0,6 punti percentuale del mese precedente

L’accelerazione, su base tendenziale, dell’inflazione è dovuta principalmente alla dinamica dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti, passati da +3,7% a +4,2%, dei Beni alimentari non lavorati, passati da +7,0% a +7,5%, all’attenuarsi della flessione dei prezzi dei Beni energetici regolamentati, passati da -41,6% a -20,6%. Per contro, il maggiore contributo al contenimento dell’inflazione si deve al rallentamento dei prezzi dei Servizi relativi all’abitazione , passati da +4,2% a +2,8) e dei Beni durevoli, passati da +1,5% a +0,7%. L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi rallenta, passando da +3,1% a +2,7%, come anche quella al netto dei soli beni energetici, passata da +3,4% a +3,0%.

La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni registra una flessione meno marcata passando da -1,5% a -0,7%, mentre quella dei servizi decelera, pur rimanendo positiva, passando da +3,4% a +2,9%, determinando una diminuzione del differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni, facendo segnare +3,6% punti percentuali, dai +4,9 di dicembre. Continuano a rallentare, in termini tendenziali, i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona, passando da +5,3% a +5,1% e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto, che sono passati da +4,4% a +3,5%.

L’aumento congiunturale dell’indice generale riflette, per lo più, la crescita, +1,3%, dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati, dei Beni alimentari non lavorati, al +1,0%, dei Beni alimentari lavorati e degli Energetici regolamentati, che fanno segnare, entrambi, un +0,9% e dei Beni non durevoli al +0,5 punti percentuali. Gli effetti di questi aumenti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti, che fanno segnare un -1,2% e dal lieve calo dei Beni semidurevoli, che fanno segnare -0,1 punti percentuale. L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +0,4% per l’indice generale e a +0,8% per la componente di fondo.

Diminuisce dell’1,1%, su base mensile, a causa dell’avvio dei saldi invernali dell’abbigliamento e calzature di cui l’indice NIC non tiene conto, l’IPCA, l’Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo e aumenta di 0,9%, su base annua, in accelerazione da +0,5% di dicembre, confermando la stima preliminare. Mentre il FOI, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, al netto dei tabacchi, registra un aumento di 0,3% su base mensile e di 0,8% su base annua

«A gennaio l’inflazione evidenzia un lieve rimbalzo, salendo allo 0,8% dallo 0,6% di dicembre 2023. La moderata accelerazione del ritmo di crescita dei prezzi riflette l’andamento dei prezzi dei Beni energetici regolamentati, la cui flessione su base tendenziale risulta, a gennaio, attenuata a causa dell’effetto statistico dovuto allo sfavorevole confronto con gennaio 2023. Un contributo alla risalita dell’inflazione si deve inoltre al permanere di tensioni sui prezzi dei beni alimentari non lavorati, mentre il cosiddetto “carrello della spesa” continua a decelerare (+5,1%). Infine, l’inflazione di fondo si attesta a gennaio al +2,7% , da +3,1% del mese precedente», commentano dall’ISTAT.

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