Una ricerca sui cambiamenti nei consumi e l’attenzione alla sostenibilità dei prodotti realizzata da CAPTERRA, una piattaforma per la ricerca e la recensione di software, rivela come i consumatori italiani dopo la pandemia stanno rivalutando il modo di fare acquisti, tanto che 2 su 5 sarebbero, anche, disposti a pagare fino al 10% in più per prodotti sostenibili.

di Piero Mastroiorio —

Una ricerca portata a termine da Capterra, una piattaforma per la ricerca e la recensione di software, realizzata su interviste a 694 consumatori residenti in Italia di età compresa fra i 18 e i 65 anni, evidenzia come, al 97% dei consumatori italiani, la sostenibilità sia un concetto noto o molto noto, come vogliono aziende più responsabili e prodotti più sostenibili. Il 70% si lascia influenzare nelle proprie scelte di acquisto dalle azioni di sostenibilità delle aziende e come siano «informati e consapevoli dell’importanza delle sostenibilità e sempre più esigenti nei confronti delle aziende affinché sostengano e mettano in atto misure a salvaguardia del pianeta». Come i consumatori dopo la pandemia siano più attenti alla sostenibilità dei prodotti, tanto che 7 su 10 hanno rivalutato il proprio modo di fare acquisti e come il 39% dei consumatori è disposto a pagare di più per prodotti sostenibili: fino al 10% in più per prodotti che rispettano l’ambiente.

Certamente il fattore prezzo è forte, tanto che il 41% è in disaccordo col fatto di dover pagare di più per prodotti sostenibili, ma non impedisce ai consumatori dopo la pandemia di cercare la sostenibilità negli acquisti, soprattutto quando si parla di sostenibilità ambientale.
I prodotti sostenibili spesso esibiscono un prezzo più alto per il maggior costo delle materie prime e dei processi di lavorazione oppure perché si allungano i tempi della filiera produttiva. Certamente un ruolo importante nel contrastare l’inquinamento è quello delle aziende. I consumatori però possono essere una leva per incentivare la scelta di prodotti sostenibili e la pandemia ha in parte rivalutato la loro sensibilità, come si sottolinea nella ricerca: «La pandemia ha contribuito in questo senso, spingendo i consumatori a riflettere sul problema e rendendoli più attenti e consapevoli delle proprie abitudini d’acquisto. I clienti di oggi sono generalmente più sensibili e raccolgono informazioni sulla sostenibilità prima di procedere all’acquisto di un prodotto o servizio. Sono inoltre più inclini a scegliere aziende attente alla sostenibilità e disposti a pagare leggermente di più rispetto al prezzo di mercato.».

La ricerca rivela come i consumatori dopo la pandemia siano ancora più attenti a questo aspetto: «coscienti del fatto che per ridurre l’impatto di fenomeni globali di questo tipo bisogna rivolgere uno sguardo attento alle abitudini di ciascuno e cambiarle laddove possibili per essere più rispettosi nei confronti del pianeta. Addirittura il 90% degli intervistati dichiara di essere attento a verificare se un prodotto è sostenibile o meno prima di acquistarlo».
Prima di comprare, i consumatori verificano l’origine (57%), gli ingredienti (52%), il materiale (48%) e il packaging (46%) del prodotto ed il 71% dei consumatori intervistati ha rivalutato il suo modo di fare acquisti in seguito alla pandemia. In particolare, il 22% sta rivalutando “radicalmente” il modo di comprare: vuole essere più consapevole e acquistare prodotti più sostenibili. Il 49% sta rivalutando “abbastanza” il modo di fare acquisti. Il 16% risponde che acquistava già prodotti sostenibili prima della pandemia mentre il 13% non ha modificato il modo di acquistare.

Riguardo alla scelta, come detto, incide il prezzo: il costo dei prodotti sostenibili è generalmente più alto e il 41% degli italiani è abbastanza o molto in disaccordo con il fatto di dovere pagare di più per questo tipo di prodotti. Allo stesso tempo, il 39% degli intervistati è disposto a pagare fino al 10% in più rispetto al prezzo originale per prodotti sostenibili. 2 consumatori su 5 sono disposti a pagare fino al 10% in più soprattutto in alcuni settori: trasporto e consegna, cibo e bevande, prodotti per la casa, abbigliamento, cosmesi e benessere. Il prezzo inoltre deve essere trasparente. Un prezzo maggiorato dovrebbe corrispondere a un beneficio per l’ambiente e la collettività. Le azioni sostenibili cui i consumatori tengono di più sono la riduzione del consumo di plastica (67%), la riduzione delle emissioni (63%) e l’acquisto di prodotti a km zero (57%).
Il fattore sostenibilità è, inoltre, importante per alcune categorie di prodotti più di altri. Nei primi tre posti i consumatori dopo la pandemia indicano cibo e bevande, autoveicoli, abbigliamento e moda.
Un ultimo dato indica che c’è più attenzione alla sostenibilità ambientale che a quella sociale. Nella prima rientrano azioni quali riduzione degli sprechi, lotta all’inquinamento, energia pulita e materiali sostenibili, mentre la seconda comprende il rispetto dei diritti del lavoro, condizioni eque e dignitose di lavoro, equità sociale e salute, come si spiega nella ricerca: «Solo il 20% dei ritiene che la sostenibilità sociale sia più importante di quella ambientale, forse anche dovuto alla maggiore esposizione a informazioni e dati come il grado di emissioni attribuite alla produzione di un determinato prodotto piuttosto che le condizioni di lavoro dei dipendenti o il livello d’inclusione di un’azienda.».

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