Le persone più a rischio, sia di esposizione acuta ai pesticidi sia cronica, con effetti a breve e a lungo termine, sono i lavoratori agricoli, le donne in gravidanza e i bambini e si rischia non solo per l’esposizione a singole sostanze, ma, anche, per quella multipla, un cocktail di pesticidi che può indurre diversi effetti cronici tra cui disturbi del neurosviluppo e del comportamento…  

di Piero Mastroiorio —

«9.000.000 di morti premature ogni anno, circa 385.000.000 di casi di avvelenamento acuto non intenzionale da pesticidi in tutto il Mondo e circa 11.000 decessi. Questi i numeri di una pandemia nascosta generata per la massimizzazione dei profitti dell’industria dell’agricoltura intensiva», denuncia il WWF, nella “Giornata mondiale della salute”, che cade ogni anno il 7 aprile, attraverso il nuovo report “Pesticidi: una pandemia silenziosa”, sottolineando che «nell’Unione europea quasi la metà dei campioni alimentari presenta uno o più residui di pesticidi, che preoccupano per l’effetto cocktail, quello cumulato e si stimano ripercussioni sanitarie per 146.000.000.000 di € l’anno.».

L’inquinamento da pesticidi preoccupa per le ripercussioni su salute umana e ambiente. Preoccupa anche il contesto geopolitico, perché il timore, non solo, delle associazioni ambientaliste è che fra crisi economica connessa alla pandemia e crisi legata alla guerra in Ucraina l’Europa rischia seriamente di rallentare il passaggio a un’agricoltura più sostenibile e all’obiettivo di ridurre l’uso dei pesticidi del 50% entro il 2030, come denuncia il WWF: «In preda ai timori del conflitto e delle crisi economiche e sotto la pressione delle industrie dell’agrochimica e delle lobby agricole, l’Europa rallenta il processo verso la sostenibilità agroalimentare avviato con le ‘Strategie Farm to Fork’ e ‘Biodiversità 2030’, rinviando la presentazione della riforma della Direttiva UE sull’uso sostenibile dei pesticidi.».

All’interno della campagna ‘Food4Future’ il WWF lancia dunque l’allarme sull’inquinamento da pesticidi attraverso nuovo report “Pesticidi: una pandemia silenziosa”, in cui si sottolinea come le persone più a rischio, sia di esposizione acuta ai pesticidi, sia cronica, con effetti a breve e a lungo termine, sono i lavoratori agricoli, le donne in gravidanza e i bambini. Dalla gravidanza alla vita fetale, dall’infanzia alla pubertà i rischi sono amplificati e si rischia non solo per l’esposizione a singole sostanze, ma, anche, per quella multipla, un cocktail di pesticidi, che «può indurre diversi effetti cronici, che possono comparire anche decenni dopo, tra cui disturbi del neurosviluppo e del comportamento, come ad esempio il disturbo da deficit di attenzione e iperattività. Pericolosi anche gli effetti a livello ormonale dei pesticidi con proprietà di interferenti endocrini, come ad esempio alcuni insetticidi clorurati (lindano, dieldrin), le triazine (atrazina), i carbammati e il glifosato.».

Il glifosato, merita un discorso a parte, perché è l’erbicida più usato al Mondo e nel 2015 la IARC, Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, l’ha inserito nella lista delle sostanze “probabilmente cancerogene”. Studi epidemiologici segnalano un possibile aumento del rischio di sviluppare linfomi non-Hodgkin e di interferenza con il sistema endocrino, con particolare apprensione verso i bambini. «Tutto ciò, ha implicazioni non solo sociali ma anche economiche: è stato infatti calcolato che in Europa i pesticidi organofosfati, potenti interferenti endocrini, generano i costi sanitari maggiori, pari a 146 miliardi di euro l’anno», ricorda il WWF, che spiega: «A livello globale, circa un terzo dei prodotti agricoli viene prodotto utilizzando pesticidi e il loro uso continua a crescere. Solo nel 2019 sono state utilizzate circa 4.200.000 tonnellate di pesticidi, circa 0,6 kg a persona ed è previsto un incremento di circa 3.500.000 di tonnellate, per sfamare la futura popolazione. Solo circa il 5% dei pesticidi irrorati sul campo raggiunge in genere l’organismo bersaglio, mentre oltre il 50% si disperde nell’aria, nell’acqua e nel suolo, con forti impatti sulla biodiversità. Cibo e acqua sono le principali vie di esposizione cronica umana ai pesticidi.».

L’Italia, con 114.000 tonnellate l’anno di circa 400 sostanze diverse, è al sesto posto nella classifica mondiale dei Paesi che utilizzano più pesticidi, con una percentuale piuttosto alta, il 64%, di campioni è senza residui, ma un terzo dei cibi che arriva sulle nostre tavole ogni giorno è contaminato da pesticidi. La categoria più esposta è la frutta.
«L’approccio agroecologico, come nel caso dell’agricoltura biologica, è il più efficace per ridurne l’impatto ambientale causato dai pesticidi, rispetto alla sola regolamentazione normativa o alla sola innovazione tecnologica», dice Franco Ferroni, Responsabile Agricoltura di WWF Italia, sottolineando come il WWF chieda alla Commissione UE «una seria riforma della Direttiva UE Pesticidi, rendendo vincolanti per gli Stati membri gli obiettivi della riduzione del 50% dell’uso dei pesticidi entro il 2030, vietando la pratica del diserbo chimico per l’agricoltura integrata e non rinnovando l’autorizzazione per l’uso del glifosato in tutti gli Stati membri, in scadenza nel mese di dicembre 2022. Al Governo, una rapida approvazione del nuovo Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, ormai scaduto dal febbraio 2019.».

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