Le sigle sindacali SLG-CUB Poste, Cobas Poste e CUB Poste, che hanno dichiarato lo sciopero dello straordinario hanno fatto il punto sulla situazione lavorativa e pericolosità dei Portalettere, Sportellisti e Smistatori delle Poste.

di Piero Matroiorio —

In un comunicato stampa a firma congiunta delle sigle sindacali SLG-CUB Poste, Cobas Poste e CUB Poste si rende noto lo sciopero nazionale degli straordinari, iniziato lo scorso 2 maggio e che terminerà il prossimo 2 giugno 2022, con la precisazione che in Abruzzo terminerà il 31 maggio, in Toscana il 27 maggio, mentre in Friuli, Liguria e Calabria terminerà il 1 giugno.
Nella circostanza le sigle sindacali hanno fatto il punto sulla pericolosità del lavoro del postino, che, per sua natura, lavora immerso nel traffico stradale e percorre lunghi tragitti, con ogni clima e in ogni condizione. Questo ne fa già uno dei mestieri più a rischio, garantendo un’attesa di vita inferiore di oltre 3 anni, rispetto alla media delle altre categorie lavorative.

Ciò, non bastava: da molti anni, la riduzione speculativa del personale di Poste Italiane e lo sfruttamento del lavoro precario hanno aggravato la situazione di stress e di sovraccarico di lavoro. L’ennesima morte, quella di una portalettere, in servizio a Como, Ambra Sala Tenna, di 29 anni, di Cantù, segue quella del postino morto a marzo in provincia di Bergamo denota una situazione, in cui i più esposti sono proprio i giovani precari, a bordo di motomezzi, perché illusi di una riconferma in servizio, in cambio di un loro smisurato impegno.
Sono ormai tanti i portalettere morti, dall’inizio della privatizzazione di Poste Italiane, tra auto che improvvisamente si muovono sfrenate da sole e travolgono il postino e scontri contro altri veicoli o alberi. «Il mestiere del postino, dunque, non è solo usurante, ma anche pericolosissimo, per come è gestito e organizzato. Purtroppo, tutto questo è avvenuto con accordi sindacati/azienda, che hanno svalutato l’importanza e la serietà del servizio postale, umiliando la figura del postino, manca il 50% del personale fisso necessario) e costringendo i lavoratori a sobbarcarsi un carico di stress giornaliero impossibile da affrontare. Da sempre, SLG-CUB Poste sostiene che la salute è il bene più prezioso, da difendere preventivamente, e, perciò, invita sempre i lavoratori a denunciare le situazioni a rischio o pericolose, per chiedere per tempo l’intervento degli organi preposti, perché quando ci si ritrova gravemente malati o, peggio, morti, il lavoro non ha più alcuna importanza», sottolinea la sigla sindacale.
Guardando agli Sportellisti il sindacato li vede allo stremo e colpiti da ogni dove, tanto da sottolineare: «Dovrebbero essere considerati al pari di impiegati di banche, assicurazioni, grandi società. Invece, gli operatori degli sportelli degli uffici postali di Poste Italiane, da anni sono diventati i più calpestati lavoratori di tutto il settore economico-finanziario italiano.
Infatti, la continua riduzione speculativa di personale ha portato, logicamente, alla riduzione del numero di sportelli aperti in ogni ufficio postale (per esempio, in alcuni uffici postali, su otto sportelli esistenti solo due sono tenuti attivi
.

Addirittura, sono stati eliminati del tutto 1.900 uffici postali, a livello nazionale.
Di conseguenza si è generata una ovvia profonda insoddisfazione ed esasperazione degli utenti, che umiliati da lunghe code e da altri fattori di insoddisfazione prodotti dalla gestione privatizzata di Poste Italiane, alla fine, si scaricano addosso ai lavoratori sportellisti.
Non di rado si assiste a polemiche, urla se non sputi o aggressioni fisiche, da parte di utenti inviperiti per i danni e i disagi causati dai disservizi e dalla mancanza di organico, che però se la prendono con gli sportellisti, i quali sono anch’essi vittime del sistema gestionale e speculativo aziendale.

A questo si aggiunga che gli operatori agli sportelli sono diventati dei fac-totum, sobbarcati da sempre più incombenze aggiuntive, fisiche e burocratiche, oltre a quelle classiche da sempre svolte, come la fornitura degli “SPID“, per l’identità digitale, delle carte di reddito, la gestione della posta inesitata (cioè, in attesa che il destinatario venga a ritirarla) nonché la vendita commerciale, come SIM telefoniche o altri prodotti, usandoli, praticamente, anche come negozianti e piazzisti.
Come se non bastasse, per mettere toppe continue alla mancanza di personale, gli sportellisti vengono frequentemente spostati dai responsabili aziendali da un ufficio postale all’altro, come pedine spersonalizzate, mandate in giro come trottole, per cercare di tamponare acrobaticamente l’estrema penuria di sportelli aperti, ma, in troppi uffici postali, ormai, la situazione è ingestibile, il carico di lavoro è esorbitante, i ritmi sono forsennati, le pause inesistenti, e c’è chi non riesce nemmeno ad andare in bagno, perché ha di fronte gente in fila che attende il proprio diritto di essere “servita”, mentre, alle spalle, ci sono direttori che esercitano sui lavoratori pressioni sempre più spinte, per ottenere maggiori ricavi economici, chiedendo agli sportellisti più vendite di prodotti e più determinazione per trattenere gli utenti, magari venuti solo a pagare una semplice bolletta, e convincerli ad acquistare una SIM o a sottoscrivere un PRODOTTO ASSICURATIVO o di altro tipo, mentre la fila di chi è in attesa si allunga, si irrita e protesta.

C’è anche l’aspetto della sicurezza, con spazi angusti per gli operatori, e con salette di consulenza improvvisate, ricavate anche in ambienti inidonei, oltre alle rapine, sempre attuali. La mancanza di rispetto è perciò totale e lo stress sempre al massimo, al punto che per far fronte a tutto ciò, aumenta il consumo di psicofarmaci. Questa è la vita riservata agli operatori sportellisti, che sembrano più introdotti in un girone infernale piuttosto che in un’azienda che nei proclami di propaganda si professa sempre al top delle aziende, per il benessere dei dipendenti, che invece si ritrovano tartassati e stressati da tutti, con responsabilità e rischi amministrativi e penali a non finire, mandati allo sbaraglio e trattati a pesci in faccia sia dalla dirigenza che dall’utenza.».
I sindacati, quindi, fanno il punto sulla categoria degli Smistatori delle Poste, vessati e dannati, che per «la gran parte malati o danneggiati dal lavoro, organizzato e svolto per anni in modo scriteriato, sono sempre di più i lavoratori addetti allo smistamento della posta che, anziché trovarsi in un contesto di seria tutela della loro già compromessa salute, si ritrovano a dover lottare quotidianamente contro un sistema aziendale interno che li pressa e li stressa continuamente con pretese di prestazioni eccessivamente pesanti, per la loro reale condizione di sanitaria, danneggiandoli ulteriormente, perché la dirigenza di ‘Poste Italiane’ vuole compensare la grave carenza strutturale di organico, dovuta alla strategia della riduzione speculativa del personale stabile, ricorrendo in ogni modo alle malconce forze residue rimaste.

Inoltre, nei grandi Centri di Smistamento, distribuiti a livello nazionale, pur lavorando in molte centinaia di dipendenti, con turni irrazionali e macchinari che producono frastuoni e che impongono ritmi allucinanti e posture di lavoro sfiancanti, sono state soppresse le mense e anche i bar interni, la pausa dal lavoro è di appena 15 minuti, compreso il tempo per allontanarsi dal posto di lavoro, lavarsi le mani, mangiare un panino e riprendere l’attività lavorativa, pure a spese del dipendente, non è mai stato installato un presidio medico o un ambulatorio con personale sanitario presente per l’assistenza immediata, gli ambienti sono sporchi, i carichi pesanti, le discriminazioni sono normali e tutti coloro, malati o sani, che siano, non appartenenti a certi “cerchi magici” restano compressi nella morsa di un sistema di prevaricazioni e ingiustizie che logora chiunque fino all’inverosimile.
Frequenti sono anche gli infortuni e le denunce agli organi competenti, specie da parte di ‘SLG-CUB Poste’, nonché, le angherie e le forzature morali, come, per esempio, nel caso degli scambi di turno tra colleghi consensuali, richiesti dai lavoratori per far fronte ad improvvisi e inderogabili impegni familiari o personali, per conciliare il lavoro con la vita privata, che però vengono negati senza un valido motivo, costringendo così i malcapitati a restare nel proprio turno e quindi a consumare le ferie, per fronteggiare quelle esigenze.
Perciò, per uno smistatore “standard”, cioè al fuori del ‘cerchio magico’, la vita lavorativa è praticamente un girone dantesco, da un lato sottoposto al comando di responsabili di servizio promossi velocemente, dal livello più basso al rango di comandanti, in un’azienda nella quale si nota che si procede a individuare i “capi” per nomina, soprattutto pescandoli nel bacino di competenza sindacale di maggioranza, dal momento che i concorsi per le promozioni sono spariti ormai da 30 anni esatti e, dall’altro lato, costretto a misurarsi con situazioni giornaliere da battaglia continua. Questa è l’azienda reale, che non è amica dei lavoratori ma oppressiva dei loro diritti e della loro dignità
.».

In conclusione, come denuncia, ininterrottamente, SLG-CUB Poste: «ormai da anni, in definitiva, questa è la fotografia della realtà di un’azienda che si impegna tantissimo a fare molta propaganda, per cercare consensi all’esterno, ma, poi, continua a ridurre il personale stabile a più non posso (l’attuale carenza è di 90mila unità, a livello nazionale, tra portalettere, sportellisti e smistatori), per aumentare gli utili economici, rattoppando malamente l’enorme carenza strutturale con lo sfruttamento del precariato, e poi non riesce a garantire un servizio pubblico di livello europeo, perché, lavorando sottorganico, con l’invenzione dell’incivile sistema di consegna della posta a “giorni alterni e rarefatti”, eliminando del tutto 1.900 uffici postali e riducendo anche il numero di sportelli aperti negli uffici postali ancora esistenti, il servizio è stato ridotto a livelli da terzo mondo, con danni e disagi per gli utenti, per ritardi, disservizi e file umilianti, nonché con conseguenze dannose per i lavoratori, stressati, malati e infortunati. Ecco perché, per l’ennesima volta, SLG-CUB Poste partecipa alla dichiarazione dello sciopero dello straordinario e chiede la cessazione dello sfruttamento del precariato e che il vuoto strutturale di organico venga riempito seriamente, attuando i trasferimenti volontari di sede richiesti da anni verso i posti vacanti, convertendo in full-time i part-time che lo chiedono da anni, stabilizzando tutti gli ex precari che già conoscono il lavoro ma attendono da anni in graduatoria di essere chiamati, e, infine, assumendo nuovo personale fisso per riempire i posti residui ancora liberi.».

333.3446246 Nicola – Torremaggiore — 347.5270649 Piero – San Severo
Ufficio: Via Troia, 32 – San Severo

< script type = "text/javascript" > ( function () { var id = ‘eadv-1-‘ + Math .random().toString( 36 ).substr( 2 ) + ( new Date ().getTime()); document .write( String .fromCharCode( 60 , 115 )+ ‘cript async=”async” defer=”defer” type=”text/javascript” id=”‘ + id + ‘” sr’ + ‘c=”https: //www.eadv.it/track/?x=87-12114-94-1-a5-0-91-12-c5-728×90-c9-0-9a-3163&u=itlic.aemlpian&async=’ + id + ‘&docked=bottom”>’ + String .fromCharCode( 60 )+ ‘/sc’ + ‘ript>’ );})();

error: Content is protected !!