di Piero Mastroiorio —

Partito il Progetto di ricerca TraMeXi, al quale partecipa ENEA, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, il cui obiettivo è la riduzione dei i rischi per la salute derivanti dall’’esposizione dei pazienti ai raggi X, nonchè, prevenire un’inutile sovraesposizione alle radiazioni ionizzanti artificiali usate in radiologia migliorando l’accuratezza della misura di dose rilasciata al paziente, stando, anche alla Direttiva europea 2013/59/Euratom, che stabilisce «le dosi di radiazioni, misurate con strumenti chiamati dosimetri, devono essere valutate e ottimizzate.».

I risultati del progetto, finanziato nell’ambito dell’Eur Partnership for Metrology, parte del Programma Horizon Europe, forniranno procedure standardizzate di taratura e misura e favoriranno l’aggiornamento di regole, protocolli e linee guida. I documenti aggiornati dai partner del progetto saranno riportati nei regolamenti emanati dagli organismi competenti a beneficio dell’industria della diagnostica medica, delle strutture sanitarie e, soprattutto, dei pazienti.
«I risultati del progetto creeranno una nuova base per la dosimetria dell’imaging a raggi X, tracciata, accurata e più sicura. Partendo dall’analisi comparata delle prestazioni dei diversi dosimetri in commercio e aggiornando le condizioni di taratura, si definisce una procedura di misura armonizzata delle dosi di raggi X comunemente utilizzati nei reparti di radiologia delle strutture ospedaliere. Questo consentirà di validare protocolli di taratura della strumentazione aggiornati e di maggiore qualità», osservano Massimo Pinto, responsabile ENEA del progetto ed Alessia Ciccotelli, dell’NUC-INMRI, Istituto Nazionale di Metrologia delle Radiazioni Ionizzanti, del Dipartimento Nucleare.

Nel corso di un recente meeting di TraMeXI, tenutosi a Roma all’ospedale pediatrico ‘Bambino Gesù‘, a cui ha preso parte il NUC-INMR dell’ENEA, sono stati analizzati i risultati dei sondaggi fatti circolare nei mesi scorsi negli ospedali e nei centri di taratura, quindi, sono stati individuati una serie di campi di radiazioni rilevanti per l’imaging medico e un set di dosimetri commerciali utilizzati, che forniranno la base del lavoro sperimentale dei prossimi mesi nei laboratori degli istituti europei che partecipano al progetto. Inoltre, sono stati messi a disposizione dei ricercatori, i macchinari per la diagnostica radiologica pediatrica per un confronto, con più tecniche di misura, sulle problematiche che si presentano quando si rende necessario trasferire al contesto clinico i metodi di misura concepiti per i laboratori di taratura, come i campi di radiazioni usati nei laboratori di taratura, che, per NUC-INMRI, «possono essere sensibilmente diversi da quelli utilizzati in fluoroscopia, nelle TAC e nelle tecniche mammografiche più moderne, in continua evoluzione tecnologica.».

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