DI PUMPO: «L’obesità è la conseguenza del mangiare senza tener conto del rapporto calorico e senza valutarne gli effetti positivi e negativi… Espone a numerose patologie, soprattutto cardiovascolari e metaboliche, fino ai tumori ed alla “mortalità per eccesso alimentare”. Bisogna iniziare con il conoscere adeguatamente la classificazione dei cibi nei vari gruppi alimentari e la relativa piramide in termini di nutrienti e calorie, dando preferenza per il 55% ai carboidrati, ovvero ad una dieta equilibrata quale quella mediterranea.».

di Alessandro M. Basso

Siamo una società “extra-large”: lo vediamo ogni giorno ed in qualsiasi parte del mondo in cui vi sia benessere. Le statistiche parlano chiaramente: circa 800.000.000 di persone obese, numero triplicato a partire dal 1975, di cui circa 38.000.000 di bambini di età inferiore ai 5 anni e circa 340.000.000 di bambini e adolescenti di età compresa tra 5 e 19 anni e con stime di ulteriori incrementi di obesità infantile sino a 250.000.000 entro il 2030. Insomma, una vera e propria “epidemia” per una comunità “virtuale” di individui legati da abitudini di vita spesso scorrette, anche “a tavola”.

Bisogna invertire con urgenza, tale trend è negativo, perché, incidendo l’obesità sulla qualità della vita e sull’aumento delle probabilità di comorbilità, nonché di ricovero per Covid-19, mette a rischio il futuro delle attuali giovani generazioni: questo arduo, ma non impossibile, compito può essere raggiunto soltanto con impegno e determinazione, a partire dalla cultura dell’alimentazione che non va intesa soltanto in termini di gusto ma anche, e soprattutto, di benefici all’organismo. Di questo si è parlato alla Conferenza sull’obesità, rientrante nell’ “Obesity day” istituito nel 2015 dal W.O.F., tenutasi presso la Biblioteca dell’I.T.E.S. A. Fraccacreta di San Severo lo scorso 11 ottobre 2022, a cui hanno partecipato, in veste di relatori, i dottori Angelo Michele Carella, Michele Di Pumpo e Teresa Marinelli, nonchè, i Dirigenti medici della Struttura complessa di Medicina interna dell’Ospedale “T. Masselli” di San Severo.
«L’adipe è una malattia: quindi, non è soltanto questione di estetica ma di salute. Il primo approccio per cercare di curare l’obesità è quello dietetico, tenendo presente che è preferibile una dieta normo-calorica e non ipocalorica per i ragazzi sino a 18 anni: soltanto, in caso di fallimento dell’approccio alimentare, si può ipotizzare il ricorso alla somministrazione di farmaci specifici, che però il Servizio Sanitario nazionale non rimborsa, nonché alla chirurgia. Tenere sotto controllo il peso è di fondamentale importanza: a tal fine, è essenziale calcolare il valore di BMI/peso ponderale ovvero il rapporto tra kg ed altezza al quadrato. Quando si supera la fascia compresa tra 18,5 e 24,9 si è in sovrappeso», ha dichiarato il dr. Carella.

«L’obesità, ha continuato il dr. Di Pumpo, è la conseguenza del mangiare senza tener conto del rapporto “caloric intake/expenditure” e senza valutarne gli effetti positivi e negativi: l’obesità espone, infatti, a numerose patologie, soprattutto cardiovascolari e metaboliche, fino ai tumori ed alla “mortalità per eccesso alimentare”. Bisogna, quindi, iniziare con il conoscere adeguatamente la classificazione dei cibi nei vari gruppi alimentari e la relativa piramide in termini di nutrienti e calorie, dando preferenza per il 55% ai carboidrati ovvero ad una dieta equilibrata quale quella mediterranea, non a caso patrimonio dell’umanità, in cui si da spazio a verdure, legumi, pasta, pesce e frutta, con meno carne, bevendo almeno sei bicchieri di acqua al giorno.
Altro punto importante è lo stile di vita, considerando che, se l’ambiente influenza negativamente le abitudini alimentari, la motivazione si attesta sempre come il pilastro su cui fondare l’approccio alla lotta contro il grasso superfluo. Mangiare, infatti, significa introdurre una quantità di cibo che abbia un apporto calorico non superiore a quanto se ne spende quotidianamente: è necessario, dunque, leggere le etichette alimentari ed evitare di mangiare per voglia momentanea o perché indotti dalla pubblicità ovvero cibi ipercalorici e che non saziano e di acquistare cibi on line.

Bisogna sfatare, inoltre, alcuni falsi miti, ad esempio quello sull’olio: non esiste olio leggero ed olio pesante. Così, passeggiare, andare in bicicletta, correre ed evitare il ricorso a facilitatori, o peggio, a deterrenti dell’attività fisica, quali ascensore, automobile e monopattino, è davvero un must, in tale ottica, per ciascun individuo. Quanto al trattamento del sovrappeso e dell’obesità, è consigliabile impostare una dieta, che, su consiglio del medico e del nutrizionista, preveda, in 6/12 mesi, una riduzione dell’apporto calorico tra 300 e 500 kcal al giorno ovvero del 10% del peso iniziale, evitando diete poco gratificanti e diete “fai da te”. Altro aspetto da considerare è che il calo del peso non è permanente: ciò è dovuto al fattore stand by del corpo; è in questa fase che bisognare stare più attenti perché vi è il rischio della disinibizione alimentare e dell’aumento di peso.».
«Ecco, qui, ha aggiunto la dott.ssa Teresa Marinelli, che la cura del corpo richiede un approccio, soprattutto mentale, di tipo preventivo per evitare di cronicizzare abitudini alimentari non sane.».
Una dieta corretta e bilanciata incide, cioè, in maniera del tutto positiva su sviluppo e rendimento di ognuno, sulla qualità della vita e sulle condizioni psico-fisiche generali.
«Come Istituzione, siamo vicini ai giovani, anche, nel cammino per l’acquisizione di una piena consapevolezza verso una sana alimentazione: non possiamo permetterci di voltarci dall’altra parte di fronte a temi così importanti per la società», ha concluso la Dirigente del “Fraccacreta”, prof.ssa Maria Soccorsa Colangelo.

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