Ministero rifiuta tampone gratis per docenti non vaccinati e non scioglie il nodi contenuti nella nuova bozza protocollo sicurezza che vanno dal distanziamento alle mascherine, dalla ‘carta verde’ allo sdoppiamento classi ed organici.

di Redazione —

Ancora nulla di certo dopo l’ultima fumata nera avutasi nell’incontro, dello scorso 12 agosto 2021, tra Ministero dell’Istruzione e Sindacati, per la sottoscrizione del protocollo di sicurezza per il rientro a scuola. Nella nuova bozza per il rientro a scuola di settembre, pubblicata dal sito orizzontescuola.it, che spazia dal distanziamento alle mascherine, a proposito del Green pass si legge: «Ferme restando le diversità di valutazione delle parti in merito alle modalità con cui è stato disciplinato l’obbligo del green pass, il Ministero si impegna ad aprire una fase di ascolto delle proposte e delle osservazioni delle organizzazioni sindacali. Nell’immediato il Ministero si impegna a fornire supporto ed indicazioni applicative ai dirigenti scolastici, al personale ed alle istituzioni scolastiche sulle modalità di verifica della certificazione verde e sugli aspetti applicativi della normativa sopravvenuta.». Quindi, si legge, ancora: «il ministero provvederà a richiedere al Ministero della Salute di garantire una corsia preferenziale per la vaccinazione del personale scolastico, attraverso degli accessi prioritari, al fine di ampliare la platea in possesso della certificazione verde.”.

Confermate molte delle misure in vigore lo scorso anno: mascherine per tutti dai sei anni in su e igiene delle mani, turni di ingresso scaglionati e percorsi il più possibile separati di ingresso e uscita. Tra le altre regole previste dal protocollo per evitare la diffusione del coronavirus, sono previsti: turni anche in mensa, attivazione di un Help Desk per i presidi e di un tavolo di controllo con i sindacati, individuazione del referente Covid e di un medico competente per le emergenze delle singole scuole.
Riguardo al distanziamento, in linea generale e qualora logisticamente possibile, si legge nel protocollo: «si raccomanda di mantenere la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro (sia in posizione statica che dinamica) e di assicurare, anche nelle zone bianche, la distanza di due metri tra i banchi e la cattedra del docente.». Nel protocollo si precisa che «laddove le condizioni strutturali-logistiche degli edifici scolastici, legate anche alla disponibilità di risorse umane e alle conseguenti ripercussioni organizzative, non consentano il distanziamento di sicurezza interpersonale, resta necessario mantenere le altre misure.».
Nel caso in cui dovessero essere individuati casi di contagio, quindi, positività al coronavirus, tra alunni o personale scolastico, le regole restano quelle dello scorso anno. La persona positiva dovrà tornare a casa e si attiveranno le procedure con la Asl: con una sola differenza. Per i vaccinati dovranno passare soltanto 7 giorni e non più 10 per fare il tampone di conferma e tornare a scuola.
«Basta sottoscrivere impegni senza risposte concrete, “Abbiamo chiesto di fermare obbligo del personale scolastico a rispettare le norme anti-covid prima dell’approvazione del decreto legge contestato contro cui sono state raccolte centomila firme da Anief in cinque giorni. Non basta la soluzione di tamponi salivari gratuiti quand’anche come richiesto fossero autorizzato. Senza protocollo, in assenza di espliciti riferimenti nelle linee guida, il personale non potrà essere sanzionato», ha commentato Marcello Pacifico, del sindacato scolastico ANIEF, a margine dell’incontro.
Riguardo ai tamponi gratis per il personale non vaccinato il Ministero si sarebbe rifiutato di valutare con le risorse della scuolagià esistenti la possibilità di pagare il tampone, anche in funzione del numero di personale (potrebbe essere di poche unità o non esserci proprio) che vorrà fare questa scelta.”.

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