CARTABELLOTTA: «Si parla tanto di scuola, ma lo si fa in modo generico, senza considerare che i vari interventi per minimizzare la circolazione del virus non possono essere applicati indiscriminatamente in tutte le tipologie di scuole, considerando, soprattutto, la maggiore contagiosità della variante ‘delta’ tra bambini e adolescenti. In particolare non disponiamo di vaccini autorizzati sotto i 12 anni, l’obbligo di mascherine vige solo a partire dalla scuola primaria e il distanziamento non è realisticamente applicabile nei nidi e nella scuola dell’infanzia.».

di Redazione —

Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe, a proposito della non assenza di criticità riguardo al ritorno in classe degli studenti, dopo la pausa estiva, ha sottolineato: «le evidenze scientifiche da un lato dimostrano che nelle scuole non esiste il rischio zero di contagio, dall’altro suggeriscono che è possibile minimizzarlo tramite un approccio multifattoriale combinando differenti interventi di prevenzione individuale e ambientale.».
Vediamo, attraverso un breve sunto, quali sono le criticità che attraversa oggi il mondo della scuola:

VACCINAZIONE STUDENTI: oltre 2,42 milioni (53,1%) hanno completato il ciclo vaccinale e più di 675mila hanno effettuato la prima dose. Oltre 1,46 milioni di ragazzi (32,1%) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino, con rilevanti differenze regionali.
VACCINAZIONE PERSONALE SCOLASTICO: Oltre 1,39 milioni (89,9%) hanno completato il ciclo vaccinale e poco più di 64mila sono in attesa della seconda dose; i rimanenti 90.976 (5,9%) non hanno ricevuto ancora nessuna dose di vaccino, con rilevati differenze regionali.
MASCHERINE: Un rigoroso studio di simulazione dei Centers for Disease Control and Prevention ha dimostrato come, a scuola, in condizioni di elevata immunità, l’uso della mascherina chirurgica riduce il rischio di trasmissione del 24%, percentuale che sale al 35% in condizioni di immunità intermedia e al 50% in presenza di bassa immunità. Vale a dire che l’ipotesi di abbandonare le mascherine nelle classi con tutti gli studenti vaccinati non è basata su evidenze scientifiche, oltre a porre problemi di privacy sul controllo dello status vaccinale e generare il rischio di discriminazioni.
DISTANZIAMENTO: il Protocollo di Intesa del Ministero dell’Istruzione per l’avvio in sicurezza dell’anno scolastico prevede una “distanza interpersonale di almeno un metro, sia in posizione statica che dinamica, qualora logisticamente possibile”, definisce, quindi, un obbligo flessibile, derogabile in presenza di limiti strutturali.

SCREENING PERIODICO: il Piano di monitoraggio della circolazione di SARS-CoV-2 nelle scuole dell’Istituto Superiore di Sanità non prevede lo screening periodico e sistematico, ma solo una campagna di testing a campione che coinvolgerà circa 110.000 studenti delle “scuole sentinella” primarie e secondarie di primo grado, utilizzando test molecolare su campione salivare. Un test di facile utilizzo e non invasivo, ma, come rileva il report dell’European Centre for Disease Control and Prevention, con una sensibilità limitata (53-73%) e condizionata dal metodo di raccolta del campione, a seconda se effettuata da operatori sanitari o tramite auto-raccolta.
AERAZIONE E VENTILAZIONE: il Decreto Ripartizione che ha assegnato 350.000.000 di € alle scuole prevedeva l’acquisto di “strumenti per l’aerazione”, ma tale destinazione d’uso non è specificata nel DL 73/2021. Per cui, areazione e ventilazione sono affidate al “Protocollo finestre aperte”, la cui efficacia dipende dalla sensibilizzazione del personale scolastico e dalla ventilazione continuativa degli ambienti durante le attività scolastiche, condizionata dalle condizioni metereologiche.
«Si parla tanto di scuola, ma lo si fa in modo generico, senza considerare che i vari interventi per minimizzare la circolazione del virus non possono essere applicati indiscriminatamente in tutte le tipologie di scuole, ciascuna delle quali richiederebbe un piano di prevenzione su misura, considerando soprattutto la maggiore contagiosità della variante delta tra bambini e adolescenti. In particolare non disponiamo di vaccini autorizzati sotto i 12 anni, l’obbligo di mascherine vige solo a partire dalla scuola primaria e il distanziamento non è realisticamente applicabile nei nidi e nella scuola dell’infanzia», spiega Nino Cartabellotta.

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