Mente attendiamo il concretizzarsi degli accadimenti, soprattutto della votazione di oggi, il cui esito si saprà domani, diamo contezza di alcuni dichiarazioni, in particolare del consigliere regionale Bellomo e dell’europarlamentare Caroppo, ricordando che i molti emendamenti presentati al testo, tra cui quello che chiede la cancellazione del riferimento all’etichette dissuasive e venga affermato: «il consumo moderato e responsabile di vino e bevande alcoliche, in combinazione con diete e stili di vita sani quali la dieta mediterranea, può avere effetti positivi in particolare per quanto riguarda le malattie cardiovascolari.».

di Piero Mastroiorio —

Nel giorno in cui l’Europa, probabilmente con la maggioranza Ursula, si appresta a cancellare 8.000 anni di civiltà dichiarando cancerogeno il vino, conviene guardare al danno che questa grande F in campo nero potrebbe arrecare all’’export italiano: 5 miliardi di € di fatturato estero, 7.000 anni di tradizione e cultura, le prime testimonianze archeologiche registrate di presenza della ‘Vitis vinifera’ sono state rinvenute in alcuni siti degli odierni territori della Cina, di cui gli ultimi 2.022 anni sono di fede, il vino da sempre è consacrato durante le celebrazioni religiose “Sangue di Cristo”. Eppure oggi, a Strasburgo, il vino, considerato toccasana per le arterie, per alcune realtà europee nazionali e regionali fattore economico imprescindibile, potrebbe essere messo al bando dall’Unione europea, con una votazione, il cui esito si saprà domani, passando da amico dell’uomo a nemico della salute dell’uomo.

Se reggerà la maggioranza Ursula, quella che ha eletto la von der Leyen a presidente della Commissione, attenta a concedere sempre più spazio alle multinazionali della nutrizione nel mercato a discapito del nostro agroalimentare, per il nostro nettare di Bacco sarà il giorno più triste e non farà, con le caratteristiche di alleggerimento, proprie del vino, ingoiare le pillole amare, già servite alla mensa dei guai italiani: spread vicino ai 170 punti, vincoli PNRR senza aver visto un Euro investito, comparto agricolo e agroalimentare in fortissima sofferenza, come quello manifatturiero in crisi per l’aumento dei costi delle materie prime e quello, fare il paio con l’energia i cui prezzi salgano ogni giorno sempre di più e, ciliegina, un’inflazione che si sta mangiando i redditi e determina un rallentamento della domanda.
Da domani, il vino, fosse decretato pericoloso, fetta più grande del nostro agroalimentare, vale un quarto del PIL, Prodotto Interno Lordo, pregiudicherebbe buona parte della ripresa economica, nonché, la sostenibilità del debito. Se si cancella il vino crolla buona parte del Made in Italy e una fetta considerevole di turismo ad esso legato.
Staremo a vedere cosa succede, oggi, a Strasburgo quando va in discussione il Beating cancer plan, dove si legge nella documentazione che l’alcol è cancerogeno indipendentemente dalle quantità e dallo stile di consumo, per cui, il vino deve essere super tassato, il consumo non deve essere promosso con i soldi dell’Unione e sulle bottiglie devono comparire etichette dissuasive come quelle delle sigarette.
Una domanda sorge spontanea: se un alimento non ha colorazione politica, perché lo si è investito di un elemento divisivo a livello politico, quale è la scelta politica dello stare con Ursula o dello stare con l’interesse italiano?

Mente attendiamo il concretizzarsi degli accadimenti, soprattutto della votazione, ricordiamo che molti sono gli emendamenti presentati al testo, tra cui quello di molti eurodeputati che chiedono venga cancellato il riferimento all’etichette dissuasive e sia affermato che «il consumo moderato e responsabile di vino e bevande alcoliche, in combinazione con diete e stili di vita sani quali la dieta mediterranea, può avere effetti positivi in particolare per quanto riguarda le malattie cardiovascolari».
Perché il Parlamento EU cerca di far passare come problema l’uso e non l’abuso?
Cercando di rispondere alla domanda vengono in mente alcuni dati: il pensiero del vino cancerogeno porterebbe ad una contrazione dei consumi almeno pari al 30%, per l’Italia un danno enorme, considerando che siamo il primo Paese produttore e che, stando ai dati di fine 2021, il vino vale vicino ai 15 miliardi, ma con l’indotto raddoppia, con un export di circa 7 miliardi con il Prosecco che è il più venduto al Mondo.
«Tutti vogliamo lottare contro il cancro, ma mettere sul vino etichette simili a quelle che ci sono sulle sigarette danneggerebbe la nostra economia ed il nostro stile di vita. È l’abuso non l’uso di alcol a rappresentare un fattore di rischio. Per questo, al Parlamento Europeo, assieme ai colleghi di Forza Italia voteremo compatti in difesa del settore vitivinicolo europeo augurandoci che vengano considerati e approvati dai colleghi gli emendamenti al Piano Europeo di Lotta al Cancro che abbiamo presentato», ha detto in una nota l’europarlamentare di FI eletto nella circoscrizione Sud, on. Andrea Caroppo.
Non è il solo, in Puglia, Davide Bellomo, capogruppo della Lega in Consiglio regionale, condividendo l’allarme lanciato dai consorzi vinicoli pugliesi in merito alla miopia di un’Europa che vuole inserire il consumo del vino tra i fattori di rischio per l’insorgenza del cancro, ha dichiarato: «Sarebbe una decisione fuori da ogni logica, una semplificazione indiscriminata e rappresenterebbe un colpo mortale per un settore che è il fiore all’occhiello del ‘Made in Italy’, con un export pari a 7 miliardi di €.

Imporre un’etichetta con alert sanitario, limitare la possibilità di fare pubblicità, vietare la sponsorizzazione di eventi sportivi e rivedere le politiche di promozione all’estero, arrivando addirittura a prevedere l’aumento della tassazione, significherebbe decretare la fine dell’intero comparto produttivo, con la chiusura di aziende che veicolano un’eccellenza italiana nel mondo. E proprio la Puglia pagherebbe uno dei prezzi più alti.
Non si può assolutamente paragonare l’abuso dei superalcolici con l’uso moderato del nostro vino, che, come è dimostrato da tempo, ha effetti benefici sulla salute. Il presidente Emiliano, in qualità di governatore della Puglia e di vicepresidente della Conferenza Stato-Regioni, richieda la convocazione di una riunione per impegnare il Governo a mettere in campo ogni iniziativa in difesa di un settore fondamentale per l’economia pugliese.
Consiglio intanto ai burocrati europei, prima di assumere una decisione ad alta gradazione di ingiustizia, di bere un buon bicchiere di vino della nostra terra. Può favorire non solo la verità, come da antico proverbio, ma anche un’opportuna dose di buon senso
.».

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