CAPONE: «Dopo lo sblocco dei primi licenziamenti da fine giugno, il 46% delle circa 10.000 persone che hanno perso il lavoro è del Centro-Sud. L’occupazione nelle regioni meridionali è più precaria, i salari sono più bassi rispetto al resto dell’Italia, la sanità fatica e tutto ciò incide negativamente sul tessuto sociale ed economico…».

di Redazione —

«Secondo le previsioni della SVIMEZ, il Sud quest’anno crescerà del 5% rispetto al 6,8% del Centro Nord. Il ‘Meridione’ ha grandi risorse e un importante potenziale per il suo sviluppo. In tal senso, il 40% delle risorse del PNRR sono destinate al ‘Mezzogiorno’ e rivestono un ruolo fondamentale per ridurre il GAP con il Centro Nord del Paese e l’Europa. Sappiamo, tuttavia, che dopo lo sblocco dei primi licenziamenti da fine giugno, il 46% delle circa 10.000 persone che hanno perso il lavoro è del Centro-Sud.

L’occupazione nelle regioni meridionali è più precaria, i salari sono più bassi rispetto al resto dell’Italia, la sanità fatica e tutto ciò incide negativamente sul tessuto sociale ed economico bloccando, di fatto, la crescita e la ripresa di una rilevante parte del Paese.
L’obiettivo è quello di invertire questa tendenza investendo nelle infrastrutture, nella formazione dei lavoratori e nella semplificazione della burocrazia con il fine di snellire i procedimenti per velocizzare la realizzazione di progetti a breve e a lungo termine e rilanciare l’occupazione
», ha detto Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, Unione Generale dei Lavoratori, in merito ai dati emersi dalla pubblicazione del Rapporto SVIMEZ 2021.

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