CAPONE: «Non possiamo tollerare episodi gravissimi che sempre più riguardano persone di differenti Paesi, in condizioni di precarietà e disagio sociale, obbligate a lavorare 7 giorni su 7, in assenza di riposo o pause, oppure costrette a vivere all’interno di strutture dove non sono garantite condizioni di igiene e di sicurezza, con retribuzioni al di sotto dei contratti collettivi nazionali.».

di Redazione —

«Il caporalato è un fenomeno allarmante che svilisce la dignità dei lavoratori basandosi sullo sfruttamento e sulla negazione dei diritti fondamentali. L’intento di questo progetto è stato quello di favorire un processo partecipativo basato sul coinvolgimento e sulla formazione dei lavoratori. Non possiamo tollerare episodi gravissimi che sempre più riguardano persone di differenti Paesi, in condizioni di precarietà e disagio sociale, obbligate a lavorare 7 giorni su 7, in assenza di riposo o pause, oppure costrette a vivere all’interno di strutture dove non sono garantite condizioni di igiene e di sicurezza, con retribuzioni al di sotto dei contratti collettivi nazionali», ha detto Paolo Capone, Segretario generale dell’UGL, Unione generale del Lavoro, a margine dell’evento conclusivo del progetto P.UN.T.A.C.C.APOPercorsi territoriali unitari attivi per il contrasto al caporalato”, finanziato dal fondo FAMI 2014/2020, promosso e realizzato da Ass.For.SEO in Ats con l’UGL, il progetto, avviato nel periodo marzo 2020 – marzo 2023, rivolto ai cittadini di Paesi terzi regolarmente soggiornanti, vittime o potenziali vittime di sfruttamento lavorativo in agricoltura, ha trattato la multidimensionalità del fenomeno del caporalato in agricoltura, affrontando i principali nodi problematici e i fabbisogni degli 8 ambiti territoriali di riferimento nelle 6 regioni coinvolte.

Fra gli obiettivi principali dell’iniziativa vi è l’adozione di strumenti e interventi diretti ad accompagnare e favorire la realizzazione di percorsi di fuoriuscita dai ghetti, facilitare l’inserimento sociale e sviluppare l’occupabilità dei destinatari presi in carico dal progetto, tramite l’erogazione di servizi di informazione e formazione, promuovere servizi di matching tra domanda e offerta di lavoro per il reclutamento legale e trasparente di cittadini di paesi terzi, regolarmente soggiornanti vittime o potenziali vittime di sfruttamento lavorativo, come conclude Capone, sottolineando: «Il contrasto al caporalato deve diventare una priorità nell’agenda del Governo e delle politiche per il lavoro. In tal senso è essenziale intensificare le misure di prevenzione, implementando i controlli ispettivi e rafforzando, al contempo, la sinergia e la cooperazione tra le prefetture, le organizzazioni sindacali, gli enti ispettivi, i lavoratori stessi e le parti datoriali attraverso la sottoscrizione di protocolli di intesa, memorandum e la condivisione delle buone pratiche.».

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