di Redazione —

Come ogni anno, IPSOS, una società multinazionale di ricerche di mercato e consulenza con sede a Parigi, ha condotto un nuovo sondaggio internazionale, in collaborazione con il Global Institute for Women’s Leadership del King’s College di Londra, esaminando le principali opinioni delle persone in 31 Paesi del mondo, compresa l’Italia, in occasione della Giornata Internazionale della Donna 2024, attraverso un sondaggio, ha fissato i seguenti punti chiave:

  • La Generazione Z e i Millennials sono più inclini a pensare che un uomo che resta a casa per occuparsi dei figli perda in termini di virilità, con rispettivamente il 25% e il 27% che la pensa così, rispetto alla Generazione X (20%) e i Baby Boomer (11%).
  • Esistono divergenze di opinione all’interno delle stesse generazioni. C’è un divario di 20 punti percentuali tra gli uomini (60%) e le donne (40%) della Generazione Z riguardo alla percezione che l’uguaglianza di genere possa portare a discriminare gli uomini.
  • Una significativa quota della popolazione (65%), in 31 Paennialsbaby boomersi, è concorde nell’affermare che l’uguaglianza di genere non sarà raggiunta nel loro Paese se gli uomini non si impegneranno attivamente per sostenere i diritti delle donne.
  • Tuttavia, una media del 51% delle persone ritiene che si stia chiedendo troppo agli uomini per promuovere l’uguaglianza di genere, mentre meno di due su cinque (39%) si identificano come femministe. 
  • Quando si tratta di scegliere il genere del proprio leader politico, sette persone su dieci (70%) che hanno vissuto sotto la guida di un politico sia uomo che donna non esprimono una preferenza di genere.

A proposito di parità di genere, la giovane generazione non è necessariamente la più progressista, tanto che più della metà della Generazione Z e dei Millennials ritiene che, nel proprio Paese, il progresso verso l’uguaglianza di genere sia andato abbastanza avanti (57% Generazione Z, 60% Millennials), a confronto con meno della metà dei Baby Boomer (43%). Relativamente alla questione se si richieda troppo agli uomini per promuovere l’uguaglianza, meno della metà dei Baby Boomer concorda (43%), mentre la percentuale aumenta tra Millennials (57%) e Generazione Z (54%).
Nelle generazioni più giovani, è più probabile che ci siano differenze di opinioni rispetto alle generazioni più anziane, che tendono a essere più uniformi sui temi di parità di genere. Ad esempio, riguardo all’affermazione che un uomo che si occupa dei figli a casa sia meno maschio, l’11% dei Baby Boomer uomini e il 10% delle Baby Boomer donne concordano, mentre tra la Generazione Z c’è un divario di 11 punti percentuali, con il 31% degli uomini e il 20% delle donne d’accordo. Inoltre, c’è una maggiore discrepanza di genere tra uomini e donne della Generazione Z riguardo all’affermazione che il progresso verso l’eguaglianza di genere può discriminare gli uomini, con il 60% degli uomini e il 40% delle donne d’accordo.
La maggior parte delle persone riconosce l’importanza del supporto maschile per l’uguaglianza di genere. Quasi due terzi, il 65%, a livello internazionale concordano che le donne non raggiungeranno l’uguaglianza senza l’azione attiva degli uomini per sostenere i diritti delle donne, in Italia, la quota cala al 57%. Una percentuale simile, 64%, in aumento dell’8% dal 2018, sostiene che ci siano azioni concrete che possono essere intraprese per promuovere la parità di genere (68% in Italia). Tuttavia, ci sono ostacoli: circa la metà delle persone, 51%, in aumento del 10% dal 2019, sente che si chieda troppo agli uomini per promuovere e sostenere l’uguaglianza di genere, in Italia, questa percentuale scende al 37%, e meno di due su cinque, 39%, in aumento del 6% dal 2019, si identificano come femministe, 45% in Italia. A livello internazionale, il 46% ritiene che il progresso verso l’uguaglianza di genere sia andato così avanti da discriminare gli uomini, una visione condivisa solo dal 37% degli italiani.

Il sondaggio condotto da IPSOS, rivela come alla domanda ‘preferite un leader uomo o donna‘, gli intervistati non abbiano preferenze riguardo al genere, ma l’esperienza personale conta. A livello generale, le persone tendono a non mostrare una preferenza di genere per i propri leader, sia nel campo politico che imprenditoriale. Infatti, rispettivamente il 57% e il 58% del campione, afferma di non avere una preferenza specifica tra un leader uomo o donna. Tuttavia, l’esperienza personale gioca un ruolo chiave in questo contesto. Più un individuo ha avuto esperienza di leadership maschile e femminile, meno è probabile che il genere del leader sia un fattore decisivo. Ad esempio, il 70% delle persone che hanno avuto un leader politico uomo o donna non esprime una preferenza basata sul genere.
Analogamente, due terzi (66%) di coloro che hanno lavorato con leader aziendali sia uomini che donne non mostrano una preferenza di genere. Tuttavia, è più probabile che coloro che hanno avuto solo leader uomini o solo leader donne tendano a preferire lo stesso genere (rispettivamente il 46% e il 59%). Infine, le persone tendono ad avere una leggera preferenza per i leader del proprio sesso, con il 22% delle donne che preferiscono una leader donna (rispetto al 12% degli uomini) e il 26% degli uomini che preferisce un leader uomo (rispetto al 17% delle donne). L’opinione generale sembra suggerire che il genere non influisce significativamente sulla percezione della capacità di un leader di ottenere successo economico e finanziario
A livello internazionale, la maggior parte delle persone ritiene che i politici, indipendentemente dal genere, siano equivalenti in termini di difesa della sicurezza nazionale, 43%, 46% in Italia, rilancio dell’economia, 43%, (41% in Italia) e lotta alla criminalità (42%, 43% in Italia). Inoltre, a livello internazionale, una parte significativa della popolazione ritiene che entrambi i generi siano altrettanto inefficienti in questi ambiti, rispettivamente 17%, 22% e 21%. Poco più della metà della popolazione globale ritiene che i leader aziendali, sia uomini che donne, siano altrettanto capaci di creare un’azienda innovativa e finanziariamente di successo (55%, 52% in Italia).

error: Content is protected !!