Cittadinanzattiva presenta l’indagine sul grado di diffusione e di accesso alla medicina personalizzata in oncologia, svolta tra Settembre/Novembre 2021 e che ha coinvolto 372 cittadini, di cui il 50% con esperienza diretta o indiretta con una patologia tumorale, 51 Direzioni Generali sanitarie e 11 Assessorati regionali alla Salute, quali Piemonte, Toscana, Valle D’Aosta, Marche, Campania, Veneto, Sicilia, Molise, Umbria, Puglia e Sardegna.

di Redazione —

Un’indagine sulla medicina personalizza in oncologia, promossa da Cittadinanzattiva, con l’obiettivo di monitorare il grado di conoscenza, diffusione e accesso a tale pratica nel nostro Paese, dal titolo “Indagine Civica sul grado di diffusione e di accesso alla medicina personalizzata in oncologia”, rivela che solo al 22% dei pazienti è stata prospettata la presa in carico tramite un PDTA oncologico. Inoltre del 73% dei cittadini non è stato informato sulla possibilità di effettuare un test genomico e solo un 15% dichiara, a oggi, possibile il rimborso di questi test da parte del SSN, Servizio Sanitario Nazionale, nella propria Regione. Dalla prescrizione all’esecuzione dei test, di espressione genica nel carcinoma della mammella, genomico con tecnologia Next Generation Sequencing e genomico con altra tecnologia, circa la metà degli intervistati afferma che occorrono meno di 15 giorni. A livello organizzativo, sono presenti programmi che permettono lo scambio di informazioni tra i diversi ospedali, oltre il 47% dei casi, nonché, tra ospedali e strutture territoriali, circa il 45%.

Fonte: Cittadinanzattiva, Indagine Civica sul grado di diffusione e
di accesso alla medicina personalizzata in oncologia
, 2022

«L’indagine evidenzia come oggi non si possa parlare di un accesso omogeneo ed equo alla medicina personalizzata nel nostro Paese ed altrettanto evidente è lo scarso livello di conoscenza e consapevolezza da parte dei cittadini», dichiara Valeria Fava, responsabile politiche della salute di Cittadinanzattiva, a proposito dell’indagine, che si è svolta nel periodo Settembre/Novembre 2021 coinvolgendo, tramite un questionario articolato, 372 cittadini, di cui il 50% ha avuto una esperienza diretta o indiretta con una patologia tumorale, 51 Direzioni Generali di strutture sanitarie, tra Aziende Ospedaliere Universitarie, Presidi Ospedalieri e Aziende Ospedaliere e 11 Assessorati regionali alla Salute, quali Piemonte, Toscana, Valle D’Aosta, Marche, Campania, Veneto, Sicilia, Molise, Umbria, Puglia e Sardegna e ha rivelato come, tra le Regioni intervistate, Piemonte, Toscana, Valle D’Aosta, Marche, Campania, Veneto e Sicilia, riferiscono di aver istituito un Molecular Tumor Board, equipe interdisciplinare di esperti che prevede una prognosi e sceglie una terapia personalizzata già approvata o in via di sperimentazione clinica, mentre Molise, Umbria e Puglia hanno in programma di istituirlo e la Sardegna, che non lo ha ancora istituito.

Fonte: Cittadinanzattiva, Indagine Civica sul grado di diffusione e
di accesso alla medicina personalizzata in oncologia
, 2022

Dall’indagine si apprende che solo al 22% dei pazienti è stata prospettata la possibilità di essere preso in carico tramite un PDTA, Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale, oncologico, a fronte di un 44% che risponde negativamente e un 34% che non sa. In particolare i PDTA sono attivati soprattutto per il tumore al polmone e alla mammella. Anche sulla telemedicina siamo indietro: ben l’88% delle strutture sanitarie dichiara di non aver attivato servizi di assistenza ai pazienti tramite la telemedicina. Circa il 64% dichiara di aver partecipato ad un corso di aggiornamento sulle nuove tecnologie inerenti alla medicina personalizzata.

Fonte: Cittadinanzattiva, Indagine Civica sul grado di diffusione e
di accesso alla medicina personalizzata in oncologia
, 2022

A seguito dei dati Cittadinanzattiva ha avanzato alcune proposte: garantire PDTA specifici per le diverse patologie oncologiche e i bisogni assistenziali, di natura fisica e psico-sociale; ricorrere alla medicina personalizzata per garantire le cure più efficaci e una migliore qualità di vita anche nella fase iniziale della malattia oncologica; inserire i test genomici e i test NGS, Next Generation Sequencing, nella lista di aggiornamento dei LEA, almeno per le principali patologie tumorali. Nonché, implementare i finanziamenti, a oggi, stanziati per test genomici e tecnologie NGS, al fine di renderli permanenti e monitorarne l’utilizzo; prevedere e garantire reti informatiche e banche dati per un facile e veloce scambio di informazioni tra gli operatori sanitari; accelerare l’istituzione di MTB, Molecular Tumor Board, nell’ambito della Rete Oncologica Regionale.

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