Il LISIPO, Libero Sindacato di Polizia, nell’appello inviato al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, chiede di valutare se «le azioni coercitive intraprese dalle Autorità Governative Italiane contravvengano o meno ai principi di libertà sanciti nella ‘Dichiarazione Universale Dei Diritti Umani’, alla ‘Convenzione di Oviedo’ ed al ‘Codice di Norimberga’ e, fino a poco fa, garantiti anche dalla Costituzione Italiana. Voglia, altresì, valutare se siano comunque garantiti: il principio del ‘nullum crimen sine lege’; il diritto al rispetto della vita privata e familiare; le libertà di pensiero, di coscienza e di espressione; il divieto di discriminazione e il divieto di abuso dei diritti.».

di Piero Mastroiorio —

Il LI.SI.PO., Libero Sindacato di Polizia, Organizzazione sindacale regolarmente costituita in Italia per fini di rappresentanza e difesa dei diritti dei lavoratori della Polizia di Stato, ha inviato un appello al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, garante della Costituzione della Repubblica Italiana, «per evidenziare presunte violazioni dei diritti umani, discriminazioni e vessazioni nei confronti dei Poliziotti che non ritengono di vaccinarsi contro il Covid-19», a firma della Segreteria Nazionale, in cui si sottolinea: «Inascoltata dalle Autorità Italiane, questa O.S. sente comunque di dover tentare un ulteriore accorato appello per scongiurare ciò che, in attuazione del D.L. 26 novembre 2021 n. 172 (allegato n.° 1), a parere della scrivente, sembra contravvenire in primis ai principi fondamentali sanciti nella Dichiarazione Universale Dei Diritti Umani, alla Convenzione di Oviedo ed al Codice di Norimberga, oltre a rasentare una palese forzatura dell’Articolo 32 della Costituzione Italiana, in danno di chi, in grado di intendere e volere e quindi capace di autodeterminazioni, viene costretto a vaccinarsi dal 15 dicembre 2021, pena l’esclusione dal lavoro con conseguente sospensione della remunerazione (oltre alla previsione di sanzioni amministrative e limitazione altri diritti di godimento della libertà individuale).

Il “vaccino anti Covid-19” che si sta somministrando, benché in fase sperimentale, prima su base volontaria, è stato reso obbligatorio per alcune categorie di lavoratori (tra cui i Poliziotti), nonostante sia comprovato che anche i vaccinati si contagino e possano contagiare altri, dando anche alle persone la falsa speranza di potersi aggregare senza ulteriori protezioni individuali, in virtù del possesso del “green pass”.
Nei fatti, ciò che si inietta è un siero a MRNA, un messaggero nell’RNA, quale terapia genica di nuova generazione, di cui si ignorano effetti a lunga scadenza.
Nel merito, sia chiaro che non si nega l’esistenza del virus Covid-19 e dei suoi dannosi effetti, ma a conferma di quanto asserito poc’anzi, ricordiamo il caso di un nostro collega del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Frascati (RM), Massimo Biazzetti, di 59 anni, che nonostante avesse fatto entrambe le dosi di vaccino anti Covid-19, si è infettato e, dopo un breve periodo di ricovero nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale, è deceduto. Tra l’altro, sembrerebbe si siano verificati casi di miocardite, pericardite e nefasti epiloghi correlati all’inoculazione.
Sono del tutto comprensibili e giustificabili le paure di chi non intende vaccinarsi laddove il rischio reale di danni irreversibili, oltre che ad essere confermato da vari illustri scienziati, è acclarato dall’ Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) nel suo trimestrale “Rapporto sulla Sorveglianza dei vaccini COVID-19 – Rapporto numero 9 – Periodo dal 27/12/2020 al 26/09/2021” del quale, per brevità, si allega solo la pagina 13 (allegato n.°2). Esistono, altresì, persone con patologie che il Servizio Sanitario Nazionale non riconosce idonee a giustificare l’esenzione dall’obbligo vaccinale, ma che se si vaccinassero verrebbero esposte a rischio di trombosi o altra insorgenza patologica anche grave.

Queste sono reali situazioni che nessun medico si prende la briga di certificare, rimandando ad un rimbalzo di scarico di responsabilità tra medici di famiglia, ematologi, pneumatologi, cardiologi, angiologi ed altri specialisti che temono di andare contro le direttive del Ministero della Salute.
Tanto premesso, pare del tutto discriminatoria e denigratoria l’imposizione del possesso del “certificato verde” (dal 6 dicembre u.s. “Super Green Pass” con ulteriori restringimenti delle libertà individuali) per poter svolgere la propria attività lavorativa ed esercitare i più basilari diritti. Libero Sindacato Polizia SEGRETERIA NAZIONALE Pag. 2 di 2
Come non tener conto che si fornisca gratuitamente un reddito a chi non lavora e si toglie dignità a chi serve lo Stato?
Come si può ignorare o, peggio, infischiarsene, che molte delle persone appartenenti alla Polizia di Stato (che il LI.SI.PO. si onora di rappresentare a prescindere dal loro orientamento), hanno situazioni finanziarie che a seguito di arbitraria sospensione dal lavoro non potranno più onorare, con le relative conseguenze personali e familiari?
Tra l’altro, non vorremmo mai rievocare un passato in cui chi non aveva la tessera di partito non aveva diritto alla farina e veniva purgato con olio di ricino!

Finora, chi si è sottoposto alla vaccinazione lo ha fatto o per proprio convincimento dei benefici oppure accettando quella verosimile forma di ricatto per la quale, in assenza dell’inoculazione vaccinale, per avere il lasciapassare le persone erano costrette a sottoporsi continuamente a tamponi antigenici o molecolari, con costi non indifferenti.
Sia chiaro che, allo stato, è giusto definire il “vaccino” che si sta somministrando un siero sperimentale, poiché difetta dell’autorizzazione alla commercializzazione da parte degli Enti preposti, EMA e AIFA, proprio perché non ha terminato la fase sperimentale scientificamente prevista (che va dai 3 ai 5 anni).
A riprova di quanto asserito, si evidenzia che per la vaccinazione su base volontaria si richiedeva di sottoscrivere una manleva, perché le responsabilità di eventuali danni gravassero esclusivamente sul vaccinato.

Quanto sopra esposto, il Libero Sindacato di Polizia – LI.SI.PO., fa appello al Suo autorevole supremo giudizio, perché valuti se le azioni coercitive intraprese dalle Autorità Governative Italiane contravvengano o meno ai principi di libertà sanciti nella ‘Dichiarazione Universale Dei Diritti Umani’, alla ‘Convenzione di Oviedo’ ed al ‘Codice di Norimberga’ e, fino a poco fa, garantiti anche dalla Costituzione Italiana.
Voglia, altresì, valutare se siano comunque garantiti:
– il principio del nullum crimen sine lege;
– il diritto al rispetto della vita privata e familiare;
– le libertà di pensiero, di coscienza e di espressione.;

– il divieto di discriminazione e il divieto di abuso dei diritti.
Nel caso in cui Lei, Signor Presidente, in qualità di garante del rispetto della Costituzione, nella Sua coscienziosa disamina del contestato Decreto Legge n.° 172, ravveda in questo delle incongruenze con i princìpi sopra enunciati, questa ricorrente Organizzazione Sindacale “LI.SI.PO.” auspica vivamente Voglia adoperarsi per quanto in Suo potere, al fine di adottare eventuali provvedimenti sospensivi dell’obbligo vaccinale e del relativo green pass quale ‘conditio sine qua non’ per l’esercizio dei fondamentali diritti umani. Sperando in un graditissimo un Suo cortese cenno di riscontro, il Libero Sindacato di Polizia, per il tramite della Segreteria Nazionale, Le porge distinti ossequi.
».

333.3446246 Nicola – Torremaggiore — 347.5270649 Piero – San Severo
Ufficio: Via Troia, 32 – San Severo
error: Content is protected !!