La Polizia di Stato avverte di fare attenzione ai messaggi sospetti che chiedono dati personali o invitano a cliccare link esterni, mentre gli esperti spiegano come riconoscerli e difendersi.
di Redazione —
Negli ultimi giorni circola in Italia un nuovo tentativo di truffa che prende di mira gli utenti WhatsApp, sfruttando notifiche false per spingerli a condividere informazioni sensibili, tanto che la Polizia di Stato ha lanciato l’allarme, ricordando che nessuna verifica dell’account viene richiesta via messaggio. Parallelamente, si diffondono anche altre frodi, come quella del contatto anonimo che invia foto false generate dall’intelligenza artificiale per instaurare un rapporto ingannevole.
I truffatori usano un meccanismo semplice: un messaggio avverte che l’account WhatsApp non è verificato e invita a cliccare su un link. L’utente, spaventato dall’idea di perdere l’accesso, viene indotto a inserire dati personali su una pagina web fasulla. Segnali come errori grammaticali, loghi sgranati o un linguaggio poco chiaro dovrebbero far scattare subito l’allarme.

Questa truffa non sola, infatti, un’altra minaccia riguarda le false identità su WhatsApp. L’azione truffaldina prevede una telefonata iniziale, seguita dalla richiesta di spostare la conversazione sull’app di messaggistica. Poco dopo arrivano foto, spesso, di giovani donne dai tratti orientali, inesistenti, generate dall’intelligenza artificiale. L’obiettivo è instaurare un rapporto che può sfociare in truffe romantiche o nella richiesta di credenziali di accesso agli account.
Perché i truffatori portano a buon fine le loro frodi?
Perché questo genere di truffe sfruttano la fretta, la paura e la curiosità degli utenti. La promessa di “sbloccare” un servizio o la possibilità di un nuovo contatto interessante spingono molti a cliccare senza riflettere. L’assenza di consapevolezza e la scarsa attenzione ai dettagli grafici o linguistici sono terreno fertile per i cybercriminali.
Alcuni consigli pratici su come difendersi dalle truffe:
- Non cliccare mai su link ricevuti via sms o chat se non si è certi della loro provenienza.
- Verificare sempre la fonte: WhatsApp non chiede verifiche o inserimenti di dati tramite sms.
- Controllare la grafica e il testo: errori ortografici, loghi sfocati e frasi sgrammaticate sono campanelli d’allarme.
- Diffidare da contatti sconosciuti: se un numero anonimo chiede di chattare o invia foto, è meglio interrompere subito la conversazione.
- Non condividere dati personali o password: banche, app e servizi digitali non li richiedono mai via chat.
- Segnalare alle autorità: in caso di dubbio, è possibile rivolgersi alla Polizia Postale o consultare i canali ufficiali della Polizia di Stato.
La consapevolezza resta la prima linea di difesa. Imparare a riconoscere i segnali di un tentativo di frode, non lasciarsi guidare dall’ansia e adottare abitudini digitali più prudenti può fare la differenza. In un contesto in cui i criminali sfruttano persino l’intelligenza artificiale, la capacità critica degli utenti è lo strumento più efficace per restare al sicuro.

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