di Piero Mastroiorio —

Negli ultimi mesi, la tensione in Medio Oriente ha raggiunto livelli allarmanti, dove le immagini strazianti di conflitti armati, palazzi distrutti e vite spezzate continuano a fare il giro del Mondo, ma c’è un aspetto che spesso viene trascurato nei dibattiti geopolitici riguardanti questa regione complessa: l’Iran non è Gaza. Questa affermazione, sebbene possa sembrare semplice, porta con sé molteplici sfaccettature che meritano di essere esplorate, specialmente adesso che Israele si trova a dover contare i morti e i danni.

Per capire le differenze tra Iran e Gaza, è fondamentale esaminare il contesto storico e geopolitico di entrambi: Gaza è una striscia di terra densamente popolata, controllata da Hamas, un movimento islamista che ha avviato un conflitto aperto con Israele nel 2006. La situazione a Gaza è caratterizzata da un blocco economico che ha portato a condizioni di vita insostenibili e a un costante stato di conflitto.

Al contrario, l’Iran è una nazione con una lunga storia e una vasta influenza nella regione. Non è solo un attore militare, ma anche una potenza economica con risorse naturali significative e alleanze strategiche, con un esercito ben armato, forza militare 9^ potenza al Mondo e una rete estesa di milizie affiliate in vari Paesi arabi, realtà che lo rendono avversario più complesso e pericoloso rispetto ai gruppi militari presenti a Gaza.

Quando Israele affronta una minaccia da Gaza, tende a rispondere con operazioni militari mirate e bombardamenti, avendo come obiettivo la distruzione delle infrastrutture di Hamas e la deterrenza di futuri attacchi, spesso culminate con “errori tattici“, da indagare, che hanno ucciso migliaia di civili, tra cui donne e bambini, in numero così elevato da prendere le sembianze di un genocidio. In caso di aggressioni dirette dall’Iran, il panorama cambia notevolmente: rappresenta una minaccia multifattoriale, non solo sul piano militare, ma anche su quello economico e cybernetico.

Quando si parla di “contare morti e danni“, il termine acquisisce una nuova dimensione a seconda dell’attore coinvolto: a Gaza, il numero di civili uccisi e il danno alle infrastrutture vengono frequentemente utilizzati per sollecitare la compassione internazionale, dove la comunità globale tende a mobilitarsi di fronte a drammi umanitari.

presunti armamenti dei due eserciti in contesa

D’altro canto, come stiamo vedendo in questi giorni con attacchi diretti dall’Iran, la percezione di questi eventi cambia radicalmente: non si tratte solo di vite umane perse e danni materiali, ma di un conflitto che potrebbe avere ripercussioni globali. Le conseguenze economiche, politiche e sociali di questo confronto diretto potrebbero travolgere non solo il Medio Oriente, ma anche i mercati internazionali e gli equilibri geopolitici.

Un altro aspetto cruciale da considerare è il ruolo delle alleanze internazionali: l’Iran ha sviluppato legami stretti con paesi come la Russia e la Cina. Il conflitto aperto con Israele, che non arrivi ad una tregua nell’immediato, potrebbe far alzare il livello della competizione tra queste potenze e gli Stati Uniti, generando un clima di instabilità capace di estendersi oltre il Medio Oriente. Le reazioni della comunità internazionale sarebbero probabilmente molto diverse rispetto a quelle attivate da un’operazione militare a Gaza, dove le reazioni tendevano a concentrarsi principalmente sulle violazioni dei diritti umani.

Oggi, gli scontri in Medio Oriente non si limitano più al tradizionale “battaglia tra eserciti“, con l’innovazione tecnologica, la guerra moderna include operazioni informatiche, propaganda e guerre economiche. L’Iran ha dimostrato più volte di possedere competenze nel cyber-spazio, utilizzando questo dominio per sabotare infrastrutture israeliane o per influenzare l’opinione pubblica.

Con una escalation del conflitto, non ci sarebbe solo il rischio di un alto numero di vittime, ma anche una guerra economica su scala globale, che potrebbe danneggiare l’economia israeliana e influenzare i mercati globali. Israele, mentre conta i morti e i danni, deve considerare l’impatto di un conflitto con una potenza come l’Iran, che potrebbe includere tutto, dalle sanzioni internazionali alla destabilizzazione delle sue alleanze.

bombardamenti israeliani su Gaza

Non possiamo ignorare il ruolo dei media e della narrazione globale di queste guerre: gli eventi a Gaza sono spesso coperti in modo da suscitare una risposta emotiva, stimolando l’attivismo e la sensibilizzazione nei confronti delle ingiustizie quotidiane subite dalla popolazione palestinese, mentre l’Iran è visto come una minaccia terroristica o nucleare. La tragedia umana, rappresentata dall’escalation del conflitto tra Israele e Iran potrebbe non ricevere la stessa attenzione, a causa della complessità della situazione e delle implicazioni globali.

Affermare che “l’Iran non è Gaza” è essenziale per comprendere la natura delle minacce che Israele deve affrontare oggi: Gaza rimane una zona di conflitto intricato e di crisi umanitaria, l’Iran rappresenta un avversario con risorse e alleanze che vanno ben oltre il confinato teatro di guerra. Israele, dopo aver attaccato l’Iran, per difendersi da una eventuale minaccia nucleare, che non ci sarà nell’immediato, non si limita a contare morti e danni, si prepara a una panoramica più ampia, in cui ogni decisione può avere conseguenze stravolgenti per l’intera regione e, potenzialmente, per il Mondo intero.

In un contesto così complesso e interconnesso, la vera sfida risiede nella capacità dei leader mondiali di navigare attraverso le acque agitate del conflitto e della diplomazia, sperando che la pace possa prevalere su una crescente spirale di violenza e morte

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